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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il desiderio del forno

mercoledì 14 novembre 2012

Buonsalve! Ho creato questa storia due sere fa, chiacchierando al telefono. Ho deciso di scriverla per dimostrare alla persona a cui l’ho raccontata di essere abbastanza assurda da avere il coraggio di pubblicarla sul blog. XD

Il desiderio del forno
(racconto n.75)


C’era una volta un forno che lavorava nella cucina di una mensa scolastica.
Ogni giorno era costretto ad avere a che fare con carne stoppacciosa che emanava un odore rancido e nauseabondo e che gli gocciolava addosso una tale quantità di grasso da fargli provare l’irrefrenabile desiderio di rompersi per poter finalmente porre fine a quelle unte torture.
Il povero forno aveva un desiderio irrealizzabile: avrebbe tanto voluto diventare una lavatrice.
Desiderava infatti smetterla con gli insopportabili odori della cucina e lasciarsi avvolgere dal profumo dell’ammorbidente e dei panni appena lavati.
Amava l’idea di poter trasformare un vestito sporco in un capo morbido e profumato, capace di poter strappare un sorriso a chiunque l’avrebbe poi indossato.
Purtroppo però era costretto a essere se stesso, imprigionato in quella lurida cucina dove due grassone con più baffi che voglia di cucinare servivano le loro sbobbe a studentelli che avrebbero ingurgitato anche dei sassi senza battere ciglio.
Avvilito per il suo sogno impossibile, continuò a cucinare schifezze finché un giorno non accadde qualcosa che non avrebbe mai immaginato: la cucina della mensa venne ristrutturata e lui venduto per pochi spicci.
Aveva paura di scoprire chi sarebbe stato il suo nuovo padrone. Temeva che, con la fortuna che aveva, avrebbe finito col cadere in mani ben peggiori di quelle delle cuoche della mensa.
Con sua grande sorpresa, venne portato nel negozio di un piccolo panettiere che, a quanto sembrava, non aveva abbastanza soldi per potersi permettere un forno nuovo.
Appena si mise al lavoro venne avvolto dal buonissimo aroma del pane al quale seguì quello di focacce, biscotti, dolci, pizze… Ogni profumo era per lui una nuova scoperta che lo spingeva a dare il meglio di sé.
Negli anni successivi, produsse così tante prelibatezze da rendere il suo padrone uno dei più famosi panettieri della zona. Ogni giorno lavorava felice, consapevole che in fondo non era poi così male essere un forno.


Pubblicato da Unknown alle 10:48  

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