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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Dolore e cambiamento

venerdì 2 novembre 2012

Buonsalve amici!
Questo racconto è nato do aver ascoltato di nuovo dopo tanto tempo la canzone “Mary” dei Gemelli Diversi. Non voglio dilungarmi a parlare del tema trattato di sicuro molto delicato. Lascio che siate voi a leggere e, se volete, commentare.

Dolore e cambiamento
 (racconto n.63)

Guardando il sole che tramontava all’orizzonte, Vivian non poté fare a meno di ricordare il passato e i giorni orribili della sua infanzia.
Aveva solo dodici anni quando il suo incubo era cominciato e suo padre, violento e alcolizzato, aveva iniziato a osservarla con quello sguardo disgustoso e perverso che non nascondeva niente dei suoi pensieri osceni.
Poi i pensieri divennero azioni. Ogni notte, Vivian si rannicchiava nel letto sperando di non sentire la porta aprirsi, di non dover più sopportare l’orribile sensazione di avere addosso le sue mani unte o il suo fiato fetido.
Non c’era un momento in cui non avesse paura, in cui non si sentisse come una bambola fatta a pezzi dalle mani che avrebbero invece dovuto proteggerla.
Fu a sedici anni che trovò la forza di ribellarsi. Non seppe spiegare cosa le scattò quella notte quando lui s’intrufolò nella sua stanza. Ultimamente veniva trovarla quasi ogni notte e si era fatto più violento e brutale.
Per questo, quando si avvicinò, Vivian reagì per la prima volta. Afferrò la lampada che aveva sul comodino e lo colpì alla tempia con violenza.
Suo padre cadde a terra, privo di sensi.
Lei rimase per un attimo a fissarlo. Avrebbe potuto far finire tutto. Sarebbe bastato colpirlo ancora e ancora e quel volto non sarebbe più venuto a tormentarla nei suoi incubi.
Strinse forte la lampada e sollevò il braccio.
Tutto quello doveva finire.

Guardando il tramonto, Vivian ripensò con gratitudine a quella notte. Le cose sarebbero potute andare in maniera molto diversa per lei se avesse preso un’altra decisione.
- Mamma, vieni! – la chiamò una voce. – Sta per iniziare!
La donna sorrise e per un attimo ripensò al momento in cui stava per uccidere suo padre. Esitante, aveva abbassato il braccio. Non gli avrebbe permesso di rovinarle ancora la vita.
Prima che rinvenisse, mise di corsa gli abiti in un piccolo zaino e racimolò i pochi soldi che aveva.
Quando uscì di casa ebbe inizio la sua nuova vita.


Pubblicato da Unknown alle 11:11  

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