skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ► 2013 (243)
    • ► agosto (31)
    • ► luglio (31)
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ▼ 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ▼ novembre (30)
      • La truffa
      • Nascita di un ritratto
      • Un viaggio movimentato
      • Il coraggio di amare
      • Cristallo di neve
      • Vivere per passione
      • L'uomo verde
      • Non sono Dio
      • Un'altra giustizia
      • Meditazioni sulla vita della Morte
      • Nick the Sweeper
      • I racconti di mamma orco
      • Storia di un romanzo fantasy
      • Un personaggio insistente
      • Sopravvivere a un film horror
      • Come un bambino
      • Il desiderio del forno
      • Cucciolo di drago
      • Vento
      • Storia di uno zombie appena morto
      • L'ultimo ballo
      • Consapevolezza
      • Il fiore che voleva viaggiare
      • Cacciatrice di incubi
      • Il lupo e la balena
      • Questione di sfiga
      • Sympathy for the Devil
      • La preda della sirena
      • Dolore e cambiamento
      • Samhain
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

Non sono Dio

venerdì 23 novembre 2012

Buongiorno mondo! Questo racconto è stato ispirato da Supernatural, una serie televisiva che ADORO fin da quando è uscita.


 Non sono Dio
(racconto n.84)

Essere un angelo non è semplice come si pensa. Bisogna sempre prendere scelte difficili che potrebbero interferire con l’equilibrio dell’intero universo o fare cose che non si possono definire propriamente “angeliche”.
Il mio nome è Mahasiah e sono un Serafino. Non mi capita spesso di scendere sulla terra salvo in casi davvero importante e la missione che sto per affrontare lo è sicuramente.
Il mio compito consiste nel dare la caccia a un demone, un demone che sta cercando di interferire con la vita di una donna il cui destino sarà molto importante.
Ovviamente non posso rivelare il suo nome, ma sappiate che le sue parole influenzeranno molte vite e che deve essere protetta. L’ho sorvegliata a lungo, in attesa che quel maledetto demone facesse la sua mossa finché non l’ho visto farsi avanti.
Si avvicinò a lei  in un bar, con la sua forma umana sfacciata e affascinante. Quasi mi venne da ridere quando la ragazza lo liquidò in malo modo. Non era certo una che si lasciava corrompere tanto facilmente.
Quando uscì il demone emanava una furia spaventosa. Ovunque passava le piante si seccavano come se fossero state private completamente della luce del sole per giorni.
Era la mia occasione per affrontarlo. Iniziò a vagare per le strade della città rimuginando probabilmente sulla prossima mossa da fare.
All’improvviso svoltò di fretta in un vicolo. Lo raggiunsi, ma mi ritrovai in una stradina senza uscita completamente deserta. Di lui non c’era più traccia. Sospirai e strinsi i pugni.
In un attimo il demone si avventò su di me, le dita del suo corpo umano trasformate in lunghi artigli.
Lo schivai per un pelo, riuscendo a portarmi verso l’uscita del vicolo.
- Non sei stato tanto furbo a seguirmi in questo modo, angioletto. – mi sbeffeggiò.
Scrollai le spalle della mia incarnazione con totale indifferenza.  – Credi che abbia importanza il fatto che tu ti sia accorto di me?
Lui sghignazzò. – Eccome. Sai che non puoi sperare di uccidermi in uno scontro diretto.
Le mie labbra si piegarono in un sorriso. – Il difetto di voi demoni è che siete davvero troppo sicuri di voi.
Senza lasciargli il tempo di rispondere, sfoderai la pistola che nascondevo sotto la giacca e gli sparai un colpo alla rotula.
Lui urlò finendo a terra, sanguinante mentre il proiettile con inciso un potente esorcismo gli bruciava la carne dall’interno.
Mi avvicinai guardandolo con tutto il disprezzo che provavo per quelli della sua razza e sparai un altro colpo, questa volta mirando al braccio.
Il demone urlò ancora poi mi guardò con un’ombra di terrore negli occhi. – Tu… non puoi farlo! Non puoi torturarmi così! Non…
Sparai un altro colpo, questa volta alla gamba ancora sana. – Solo Dio è perfetto e misericordioso, demone. – sparai ancora. – E mi dispiace per te, ma io non sono Dio.
Sparai ancora quattro colpi, due agli arti ancora sani e due alle spalle poi puntai l’arma alla sua testa. Un ultimo colpo e pochi secondi dopo mi stavo già allontanando, invisibile agli occhi dei mortali.
C’era solo una cosa che non riuscivo a capire di quella situazione: quel demone era un pesce davvero troppo piccolo per aver avuto il compito di occuparsi di una persona come lei.
Forse i demoni ancora non avevano capito davvero la sua importanza o forse quello era solo un primo passo verso un piano più complesso.
Scrollai le spalle e spiegai le ali per spiccare il volo.
Ci avrei pensato al momento opportuno. Per il momento il mio compito era finito.   
  

Pubblicato da Unknown alle 11:10  

0 commenti:

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License