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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Cacciatrice di incubi

mercoledì 7 novembre 2012

Buonsalve! Ho scritto questo racconto perché la scorsa domenica ho avuto un incubo che mi ha fatto tremare parecchio. Il mattino dopo, ricordandolo, ho pensato: e se gli incubi fossero esseri viventi?
E se esistesse qualcuno capace di tenerli a bada?

Cacciatrice di incubi
(racconto n.68)

Ci sono molte cose nel mondo alle quali gli uomini hanno cercato di dare una spiegazione logica per non doverne accettare la natura sovrannaturale. Gli Incubi ne sono un esempio lampante.
Proiezioni dell’inconscio, ecco come di solito vengono classificati.  Peccato che in realtà siano veri e propri esseri viventi che si nutrono dell’energia generata dalla paura generata durante il sonno. Di solito non danneggiano gli esseri umani, ma a volte qualcuno di loro perde il controllo e si fissa su un’unica preda arrivando a terrorizzarla a morte pur di nutrirsi.
È in questi casi che intervengo io, Valery Lars, cacciatrice di Incubi.
Ultimamente ho lavorato al caso di un bambino che ogni notte, alle tre e trentatré in punto, si svegliava urlando come un disperato per via di spaventosi incubi.
Ho scoperto di questo caso per pure fortuna, ascoltando in un bar le lamentele di alcuni vicini di casa che venivano svegliati dai pianti del bimbo. Incuriosita, sono andata subito a indagare fingendomi una psicologa della scuola.
I genitori mi dissero che era un mese che la cosa andava avanti.
Il piccolo aveva incubi ricorrenti che lo facevano svegliare sempre alla stessa ora e che col tempo avevano finito col consumarlo e indebolirlo.
Non avevo dubbi: si trattava di un caso di Incubo fuori controllo.
Quella notte stessa mi arrampicai fino alla stanza del bambino e scivolai all’interno, usando le mie capacità per nascondermi nel buio.
L’Incubo era già lì, un’ombra scura tra le ombre della notte i cui occhi scarlatti fissavano il piccolo con bramosia.
- Ehi, stronzo! – dissi richiamando la sua attenzione.
Lui si voltò verso di me, ringhiando ferocemente. Quando mi si avventò contro, sussurrai un incantesimo e rivolsi verso di lui il palmo della mano sinistra.
Il pentacolo tatuato al centro di essa iniziò a brillare, emanando un’energia che trascinò l’Incubo dentro di esso. Per un attimo lo sentii dimenarsi all’interno del mio corpo, ma alla fine la magia ebbe la meglio e assorbì completamente la creatura.
Guardai il bambino che aveva iniziato a sorridere nel sonno e lasciai la stanza soddisfatta dopo l’ennesima, tranquilla nottata di lavoro.



Pubblicato da Unknown alle 11:00  

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