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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

La preda della sirena

sabato 3 novembre 2012

Buonsalve! Ecco un nuovo racconto che parla questa volta di sirene. Come mi è venuto in mente? Mmm… non lo so… mi sa che avevo voglia di sushi. XD

La preda della sirena 
(racconto n.64)

Il mio nome è Ariel e sono una sirena. So cosa state pensando ma no, non sono una QUELLA sirena.
Non mi sono mai innamorata di un principe né sono mai diventata umana. Perché dovrei, scusate?
Qui, sotto l’acqua, si sta davvero bene e poi gli esseri umani non sono poi un granché. Hanno un solo pregio e di certo non mi fa venir voglia di essere uno di loro.
Comunque una volta ho conosciuto un principe. Stava navigando sulle mie acque quando lo vidi. Un tipo arrogante e sicuro di sé come pochi spacconi al mondo.
Noi sirene seguiamo sempre le navi di nascosto. È una sorta di gioco per noi.
All’improvviso il cielo venne oscurato da nubi nere e il mare cominciò a ingrossarsi. Ci fu una violenta tempesta in cui il Dio del Mare sprigionò tutta la sua forza.
Le onde si fecero così alte che il principe venne sbalzato in acqua. Lo seguii e lo afferrai portandolo in un piccolo isolotto deserto.
Lo fissai per un attimo chiedendomi cos’è che lo faceva sentire così speciale rispetto agli altri suoi simili.
Pian piano si riprese e riaprì gli occhi.
Fradicio e infreddolito, mi guardò cercando di capire cose gli fosse successo. – Sei… sei stata tu a salvarmi?
Scrollai le spalle, sorridendogli. – Più o meno. Eri caduto in acqua e ti ho ripescato.
Lui si alzò a sedere, tossendo. - Ti ringrazio. Io ti… - si bloccò quando vide la mia coda. – Chi… che cosa sei?
Sorrisi scoprendo i miei denti appuntiti come aghi. – Credo tu lo sappia.
Il principe iniziò a tremare. Poi si accorse delle mie simili che si stavano facendo avanti, strisciando sulla sabbia.
- Tu sai cosa succede a un animale quando viene pescato, vero? – risi.
Gli affonda i denti nella carne prima ancora che potesse urlare. Era questo il gioco che facevamo inseguendo le navi: quando un umano cadeva in mare quella che lo ripescava poteva dare il primo morso.
Lo mangiammo con soddisfazione spolpandolo fino alle ossa. Era questo il grande pregio degli umani: hanno davvero un buon sapore.
E non mi dite che ci trovate qualcosa di strano.
Avete mai mangiato del carpaccio?





Pubblicato da Unknown alle 10:57  

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