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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

I racconti di mamma orco

lunedì 19 novembre 2012

Buoooooooooooooooonsalve! Ecco qui un racconto scritto pensando a tutte quelle storie che si racconto ai bambini per spaventarli e farli star buoni. Una versione di queste storie un po’ ritoccata dove i “mostri” sono proprio gli esseri umani.

I racconti di mamma orco
(racconto n.80)

I genitori spesso sottovalutano le storie che raccontano ai propri figli. Non si rendono conto che a volte possono davvero terrorizzarli a morte.
Io ad esempio ho ancora paura dei mostri di cui mi parlava mia madre quando ero solo un piccolo orco che ancora non aveva addosso che un leggero olezzo di palude.
Quando mi mettevo a letto, sul mio comodo materasso di fango, lei mi raccontava sempre orribili storie su queste creature.
Mi diceva che vivevano in città enormi che, salvo rare eccezioni, venivano pulite periodicamente e che la spazzatura veniva riposta in appositi contenitori per essere poi portata via dalle case e dai giardini. Raccontava anche che questi esseri si toglievano il fango dai vestiti e che non solo si lavavano, ma che usavano mettersi addosso anche orribili profumi per nascondere i loro odori naturali. Capirete che già di per sé tutto questo sarebbe stato sufficiente a spaventare qualsiasi piccolo orco amante del fetore quotidiano, ma i racconti di mia madre non si limitavano a quello.
Sembrava ci provasse gusto a raccontarmi di come questi mostri dessero la caccia a noi orchi nei tempi antichi.
Pare avessero delle armi magiche capaci di sputare fuoco e tuoni che potevano uccidere uno di noi con un solo colpo o che, quando non volevano eliminarci immediatamente, si divertivano a infilzarci con lunghi forconi o spade arrugginite per poi lasciare che i loro animali domestici  ci finissero. Questi racconti mi terrorizzavano a morte e mia madre ovviamente li usava per farmi star buono.
Quando non volevo farmi il mio bagno quotidiano nel fango, ad esempio, mi minacciava dicendomi che, se non facevo il bravo, avrebbe chiamato l’umano cattivo per farmi infilzare con un forcone. Non ho mai dimenticato la fifa provata in quei momenti.
Per questo ho deciso che non racconterò mai a mio figlio storie come queste. Per un orco la propria palude deve essere un posto fetido e sicuro non un luogo di mostri dalla pelle rosa e profumata.


Pubblicato da Unknown alle 11:01  

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