skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ► 2013 (243)
    • ► agosto (31)
    • ► luglio (31)
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ▼ 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ▼ novembre (30)
      • La truffa
      • Nascita di un ritratto
      • Un viaggio movimentato
      • Il coraggio di amare
      • Cristallo di neve
      • Vivere per passione
      • L'uomo verde
      • Non sono Dio
      • Un'altra giustizia
      • Meditazioni sulla vita della Morte
      • Nick the Sweeper
      • I racconti di mamma orco
      • Storia di un romanzo fantasy
      • Un personaggio insistente
      • Sopravvivere a un film horror
      • Come un bambino
      • Il desiderio del forno
      • Cucciolo di drago
      • Vento
      • Storia di uno zombie appena morto
      • L'ultimo ballo
      • Consapevolezza
      • Il fiore che voleva viaggiare
      • Cacciatrice di incubi
      • Il lupo e la balena
      • Questione di sfiga
      • Sympathy for the Devil
      • La preda della sirena
      • Dolore e cambiamento
      • Samhain
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

L'ultimo ballo

sabato 10 novembre 2012

Buonsalve!
Una storia triste, nata forse da un momento di eccessiva negatività. (Per non spaventarvi ci tengo a precisare una cosa: per quanto le cose possano andar male, personalmente non arriverei mai a certi estremi)

L'ultimo ballo
 (racconto n.71)

Le mie gambe, il mio corpo, la mia anima… tutto il mio essere era fatto per ballare, per muoversi trasportato dalla forza della musica.
Avevo iniziato a danzare ancor prima di muovere i miei primi passi. Ogni volta che qualcuno accendeva uno stereo cominciavo ad agitarmi, ridendo come se fosse la cosa più bella del mondo. A soli otto anni sono salita per la prima volta su un palco e mi esibii davanti a un pubblico, con il cuore che batteva all’impazzata e la paura di sbagliare qualche passo. 
All’inizio ero terrorizzata, ma dopo un po’ muovermi di fronte a quelle persone divenne la cosa più naturale del mondo. Era bello, perfetto.
Continuai a danzare per anni, gioendo di ogni passo, di ogni applauso che ricevevo. Mi esibivo per lo più in piccoli teatri, con un numero esiguo di spettatori, ma era comunque la perfezione per me.
Poi arrivò il primo grande ingaggio. Era uno dei teatri più grandi e più belli che avessi mai visto e io ero stata scelta per il ruolo principale dello spettacolo.
Non sapevo che quella sarebbe stata la mia ultima esibizione. Non sapevo che, uscendo dal teatro,  ad aspettarmi avrei trovato una macchina che mi avrebbe travolta e abbandonata sulla strada deserta.
Persi del tutto l’uso delle gambe. La bambina che ballava ancor prima di camminare non avrebbe più potuto lasciare una maledetta sedia a rotelle.
Non ce la feci. Era una cosa che non riuscivo in alcun modo ad accettare.
Mi restò solo un'alternativa. Misi la musica del lago dei cigni e sfiorai appena con le dita la lametta accanto alla vasca da bagno.
Mi spinsi nell’acqua, un semplice movimento che mi costò una fatica immane.
Era ora di svegliarmi dal mio splendido sogno.
Quello sarebbe stato il mio ultimo ballo.


Pubblicato da Unknown alle 11:01  

0 commenti:

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License