Buonsalve!
Ho scritto questo racconto pensando all’amore, a quel tipo di amore
per il quale il tempo, le discussioni e i problemi non hanno significato. A
quell'amore che anche nei momenti più brutti riesce comunque a strapparti un sorriso.
Un gesto d'amore
(racconto n.354)
Carlos
adorava la sua Amelie. Non avrebbe mai pensato di poter amare una ragazza con
tanta intensità eppure quando l'aveva
incontrata per la prima volta aveva subito capito di voler passare la vita con
lei. Era così bella con quello strano
vestito a fiori e i capelli corti sbarazzini...
A
distanza di dieci anni erano ancora insieme. I capelli di Amelie erano più lunghi, ma lui continuava sempre a trovarla meravigliosa.
Poi arrivò il male, quel male orribile che distrusse la sua amata e
tutti i suoi desideri. Un figlio era l'unica cosa che Amelie avesse mai chiesto
alla vita, ma l'asportazione dell'utero la costrinse inevitabilmente a
rinunciarvi. Cominciò a cadere in depressione e lui
non riuscì a fare altro che guardarla
spegnersi.
Alla
fine, Amelie tentò il suicidio. Carlos la trovò nella vasca con i polsi tagliati. Non seppe dire come
riuscì a salvarla, a tamponarle le
ferite e a tirarla fuori dall'acqua. La sua mente era così piena di disperazione da non riuscire a registrare quei
momenti.
Amelie passò molto tempo in ospedale, in preda a uno stato catatonico
dal quale sembrava non riuscire a riemergere. Carlos rimase sempre con lei
finché un giorno non le chiese
semplicemente - Perché?
Era
stremato, troppo stanco per sopportare ancora quei silenzi.
Lei lo
guardò per un lungo momento poi
inaspettatamente rispose. - Non riesco a sopportare l'idea di non sentirmi più una donna.
Carlos
allora si alzò e tornò a casa.
Ritornò in ospedale poche ore dopo con un paio di forbici e una
busta di plastica.
Pian piano
iniziò a tagliare i capelli di
Amelie, che non oppose alcuna resistenza a quel suo gesto assurdo. Quando ebbe
finito l'uomo tirò fuori dalla busta un vestito
a fiori e con tutta la delicatezza di cui era capace lo fece indossare alla
donna.
Quando
ebbe finito, uscì di nuovo dalla stanza e portò all'interno un ampio specchio, anch'esso portato dalla
loro casa. Pian piano, aiutò Amelie ad alzarsi per andare
a specchiarsi. La donna guardò imbambolata il riflesso di
una se stessa identica a com'era una decina di anni prima. Solo il viso,
emaciato e con qualche ruga in più, mostrava lo scorrere del
tempo.
Carlo si
portò dietro di lei e l'abbracciò sussurrandole a un orecchio. - Ai miei occhi, Amelie, tu
sarai sempre la stessa bellissima donna che eri il giorno in cui ci siamo
incontrati.
Fu allora
che una lacrima scivolò sul volto di Amelie, una
lacrima che, per la prima volta dopo tanto tempo, nasceva dalla bellezza di un
piccolo gesto d’amore.
1 commenti:
Uao sai far dannatamente male e pure piangere, mi hai davvero commosso... bellissimo..
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