Buonsalve!
Questo racconto mi è stato ispirato dalla foto di un cosplay davvero ben
riuscito del Jocker (quello nella foto per intenderci), postato tempo fa su
facebook da un mio amico. Buona lettura!
La collezione
(racconto n.338)
Jack non
aveva molti interessi nella vita. Non amava lo sport, che trovava insulso e
ripetitivo, né la lettura o il cinema, che trovava passatempi noiosi per chi
non riusciva a farsi una vita propria. C’era solo una cosa che adorava davvero:
le maschere.
Jack infatti
era un creatore di maschere. Ne aveva realizzate di ogni tipo: da quelle
eleganti e raffinate per i balli di gala a quelle più spaventose per le feste
di Halloween.
Ma le
maschere che più amava erano quelle della sua collezione speciale. Periodicamente
infatti andava in cerca delle materie prime per realizzarle, materie selezionate sempre con molta cura e attenzione
per ottenere le maschere migliori mai realizzate.
La prima
volta che ne aveva realizzata una fu quando conobbe Susan. Si erano conosciuti a una cena organizzata da
quei pochi amici che riusciva a sopportare. Lei lo aveva colpito subito per il
suo viso dai lineamenti delicati e la pelle liscia e perfetta che gli faceva
provare l’irrefrenabile desiderio di toccarla. La ragazza aveva attaccato
subito bottone, mostrando un carattere allegro e solare e dimostrando anche un certo interesse nei suoi confronti.
Tutti rimasero sorpresi quando Jack le chiese il numero di telefono. Lo
fece in maniera istintiva, uno slancio
del quale lui stesso si stupì. Trovo infatti il coraggio di chiamarla solo un
mese dopo, in seguito a un lungo periodo in cui lui non fece che pensare alla
bellezza e alla pelle di Susan. Fu la
sera in cui uscirono che accadde. La stava riaccompagnando a casa, camminando
accanto a lei per un tratto isolato di strada quando lei si voltò verso di lui
e lo baciò. Non sapeva bene come, né ricordava perché quella sera si fosse
messo il coltellino da lavoro in tasca.
Fatto sta che l’impulso lo travolse in un attimo.
Afferrò la ragazza per la gola e la spinse
contro il muro picchiandole la nuca così forte da farle perdere i sensi. Rimase
per un attimo a fissarla con occhi sgranata e la bava alla bocca. In quel
momento, Jack capì cos’è che l’aveva attirato verso di lei: il suo viso era una
materia prima perfetta.
Lentamente
iniziò a incidere facendo ben attenzione a non rovinare la pelle.
Il volto di
Susan divenne la prima maschera della sua collezione privata che col tempo si
ampliò di numerosi esemplari. Ogni tanto indossava quelle maschere e allora
poteva percepire l’essenza di coloro a cui un tempo erano appartenute. Ogni
volta veniva travolto da una forza straordinaria come se la sua anima si
nutrisse della loro bellezza e perfezione, come se quei volti fossero stati
creati per portare la sua arte all’apice della perfezione.
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