Buonsalve! Questo racconto mi è stato ispirato da un dipinto visto
nella Pinacoteca del Castello Sforzesco. Purtroppo non ho una foto del dipinto,
quindi ho dovuto sceglierne un altro. Spero vi piaccia!
Avevo sempre amato la mia casa anche se agli occhi di molti
essa non era che un ammasso di colonne bianche e pietre ammassate le une sulle
altre, ricordo di un'epoca ormai dimenticata. Il mio unico compagno era il
mare, a volte calmo e gentile altre possente e irruente. Nessuno approdava mai
sulla sua spiaggia e questo mi permetteva di godermi appieno la pace di quel
luogo immacolato.
Un giorno, però,
una zattera raggiunse la riva. Un uomo era riverso su di essa, stremato dopo
quello che doveva essere stato un viaggio per la sopravvivenza. All'inizio
pensai di spingere nuovamente l’imbarcazione
in mare e rimandarlo al suo destino, ma ebbi pietà per quel povero disperato. Mi presi
cura di lui e quando rinvenne, la sua gioia e la sua gratitudine mi commossero.
La sua espressione era
così
gentile e il suo sorriso così
vivo da togliermi ogni dubbio. Avevo fatto la cosa giusta ad aiutarlo. In
attesa di riprendersi, si stabilì
sulla spiaggia dove andai a trovarlo spesso. Apprezzai il fatto che rispettasse
il fatto che non volessi estranei nella mia casa. Col tempo imparai a
conoscerlo e scoprii la storia del suo naufragio, di come inutilmente aveva
tentato di salvare i suoi compagni dalla furia del mare. Passammo ore insieme
finché
una notte lui mi disse che era ormai pronto a ripartire. Era una notte
splendida, illuminata da una bellissima luna piena che irradiava ovunque la sua
luce argentata.
Mi disse che aveva sistemato la zattera e raccolto abbastanza
provviste da riprendere il mare poi, inaspettatamente, mi chiese di partire con
lui. Io rimasi immobile, sconvolta e addolorata: amavo la sua compagnia, ma non
avrei mai potuto abbandonare la mia casa. Nell’inutile tentativo di
convincermi, lui si avvicinò per toccarmi, ma io mi ritrassi. Forse in quel
momento capì perché si limitò a sorridere e a fare un piccolo cenno di assenso
col capo.
Il giorno dopo, quando raggiunsi la spiaggia, il mio naufrago
era già partito. Su uno scoglio, però, una bellissima conchiglia brillava accanto a
un mazzo di fiori bianchi. Sentii gli occhi umidi, divisa dalla tristezza per
la sua partenza e la gioia per la consapevolezza che aveva capito e accettato
la verità. Presi la conchiglia e i fiori e ritornai nella mia casa. Ne
raggiunsi il cuore e li poggiai lì, su quella lastra di pietra sulla quale
avevo passato tanto tempo e che custodiva gelosamente ciò che restava del mio
cadavere.
1 commenti:
Bellissimo, davvero. Ci ho ritrovato emozioni provenienti da Edgar Allan Poe, da Hermann Melville, da Stevenson, da William Somerset Maugham e da Coleridge... per non parlare poi di Corto Maltese... bravissima davvero <3 <3 <3
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