Buonsalve! Questo racconto mi è stato ispirato da delle campane che ho
visto tornando in treno dalle vacanze. Scrivendo questo post mi sto rendendo
conto che ormai mancano solo due racconti…
le ultime due storie di un’avventura
durata tutta un anno. Quasi non mi sembra vero.
Le campane
(racconto n.363)
Carl aveva sempre odiato il suono delle campane. Gli
ricordavano i momenti più
brutti e angoscianti della sua vita, tutto quello che non era mai riuscito a
fare per le persone a cui voleva bene.
La prima volta che ricordava di aver sentito le campane fu quando
suonarono cupe per il funerale di sua madre. Aveva da poco compiuto quattro
anni.
Sua madre si era ammalata all'improvviso e si era spenta così velocemente da non
dargli quasi il tempo di capire cosa stesse accadendo. Anni dopo aveva sentito
suonare le campane alle nozze della ragazza che amava e che lo aveva lasciato
per un'idiota che la trattava da schifo, ma che poteva darle un tenore di vita
decisamente migliore.
Per questo Carl tremava ogni volta che sentiva una campana.
Quel suono gli dava sempre l'orribile sensazione che stesse per accadere
qualcosa di brutto.
Poi, una mattina, venne svegliato da un cupo scampanio.
Si alzò
di scatto, gridando terrorizzato e tremante per quello che gli era sembrato un
orribile lamento. Si scosse, cercando di dimenticare quel suono orribile e
iniziò
la sua giornata. Dopo sei ore esatte, però,
il rintocco si ripeté.
Carl era al lavoro e si mise a urlare davanti ai colleghi che tentarono di
rassicurarlo dicendogli di non aver sentito niente.
Lo scampanio però
si ripeté,
facendosi sempre più
intenso e frequente.
Tre giorni dopo era diventato un suono incessante e continuo
nella mente dell'uomo che, ormai al limite, non riusciva quasi più a uscire di casa.
All'improvviso Carl sembrò
perdere la testa. Cominciò
con l'alzare il volume di radio e televisione al massimo per non sentire più la campana che gli
risuonava in testa, ma quando vide che le cose non miglioravano iniziò a picchiare la testa
contro la parete, a urlare e a farsi del
male per farla smettere.
I suoi vicini chiamarono subito la polizia, ma quando gli
agenti provarono a calmarlo, sul volto di Carl si dipinse un ghigno orribile.
- Ho capito! Finalmente so come farla smettere!
Così
dicendo, si lanciò
dalla finestra del suo appartamento. Precipitò per sette piani e in quel breve lasso
di tempo la campana suonò
più
forte che mai.
Poi ci fu il nulla e la morte che avvolse ogni cosa, ponendo
definitivamente fine all’ultimo scampanio della sua vita.
1 commenti:
racconto bellissimo, alla Edgar Allan Poe... come le nostre ossessioni possono arrivare a distruggerci :D
Bravissima :D
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