skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ▼ 2013 (243)
    • ▼ agosto (31)
      • Ti va di vivere un'avventura?
      • Paura dei numeri
      • Le campane
      • Il complotto
      • Allegoria dell'acqua
      • Il naufrago
      • Il Sindacato delle Marmotte
      • ANGIE
      • La farfalla cremisi
      • Un osservatore da lontano
      • L'incubo
      • Un gesto d'amore
      • Sincera amicizia
      • Un vero imbranato
      • Un segno nel mondo
      • Tutto perfetto
      • Tu sei pazzo
      • Non solo estetica
      • L'uomo perfetto
      • Lo specchio dell'anima
      • Ali
      • La protagonista
      • Il coraggio di un guerriero
      • Conseguenze
      • Il cerchio delle fate
      • Morte amica
      • Creatività
      • La collezione
      • Gelosia violenta
      • Il raccolto
      • Una goccia di pioggia
    • ► luglio (31)
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ► 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ► novembre (30)
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

Il cerchio delle fate

mercoledì 7 agosto 2013

Buonsalve! Volevo scrivere un racconto sulle fate, ma come spesso mi succede la storia ha finito col degenerare. Vabbè… sono un caso disperato. XD

Il cerchio delle fate
(racconto n.341)

Marta faceva una vita piuttosto ordinaria e monotona. Abitava in una piccola cittadina e faceva una vita piuttosto tranquilla, passando le sue giornate divisa tra la scuola e un lavoretto pomeridiano in un bar. Un giorno, mentre tornava a casa dal lavoro, cominciò a sentire uno scampanellio.
La ragazza alzò lo sguardò per cercare l’origine di quel suono, ma non vedendo niente si limitò a scrollare le spalle e ad andare avanti. Sentì lo scampanellio altre tre volte durante quella giornata, ma quasi non ci badò. Il giorno successivo però, lo scampanellio si fece così insistente che Marta venne presa da uno forte attacco d’ansia. Qualcosa dentro di lei le disse che doveva cercare a tutti i costi l’origine di quello scampanellio. Mossa da quello strano istinto, lo seguì attraverso tutto il paese e poi fuori fino a un bosco poco distante dalle ultime abitazioni.
Lì vide qualcosa che la lasciò a bocca aperta: in una radura al centro del bosco, uomini e donne bellissimi con splendide ali di farfalla danzavano in cerchio alla musica di campanellini  che ognuno di loro teneva legati al polso. Marta rimase ammaliata dalla loro bellezza, dalla luce che i loro corpi emanavano  velando ogni cosa di una calda magia. Li osservò con timore reverenziale finché all’improvviso una di quelle creature si avvicinò a lei. Era una donna dai lunghi capelli scuri e gli occhi di un argento che sembrava liquido. –Sei arrivata finalmente. – le disse con una voce che sembrava vibrare di mille tonalità diverse.
Marta la guardò perplessa, chiedendosi dove avesse già visto quella donna. – Io… mi stavi aspettando?
- Sì. – sorrise lei. – Ti aspettavo da tanto, tanto tempo.
Così dicendo, la fata le porse il campanellino che portava al polso. – Questo è per te… se vorrai unirti a noi.
Marta ebbe solo un attimo di esitazione. Quelle creature erano così belle e andavano ben al di là della sua normale, banale esistenza… come poteva non desiderare di essere una di loro?
Con il cuore in gola per l’emozione, prese il braccialetto e se lo mise al polso. Grosse ali le spuntarono dietro la schiena, ali membranose come quelle dei pipistrelli. Sconvolta, Marta guardò il cerchio di fate che si era trasformato in un’orgia di creature demoniache e perverse nella quale quelle che sembravano essere le più giovani venivano seviziate e torturate in maniera atroce.
Sconvolta, guardò la fata che le aveva dato il braccialetto. Era diventata una donna normalissima, una persona che lei aveva già visto su un manifesto che la segnalava come persona scomparsa.
- Quando ci prendono, ogni stagione abbiamo una sola occasione per portare qualcuno a noi e fargli prendere il nostro posto. – disse semplicemente la donna. – Grazie a te potrò finalmente tornare dalla mia famiglia.

Marta non poté dirle niente perché la donna le diede subito le spalle e si allontanò verso l’uscita del bosco.  Un attimo dopo si sentì afferrare da decine di mani avide e bramose di trascinarla nel dolore della loro brama di piacere per dare inizio al suo interminabile incubo.


Pubblicato da Unknown alle 11:19  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Io ti adoro, anima oscura... <3 <3 <3

7 agosto 2013 alle ore 15:18  

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License