Buonsalve! Questo
racconto mi è stato ispirato da un dipinto che ho visto nello studio della mia
commercialista. Purtroppo non ho un’immagine del dipinto quindi ne ho cercata
una che me lo ricordasse vagamente. Buona lettura!
Il raccolto
(racconto n.336)
Nella valle,
l’oscurità era rischiarata solo dalla luce della luna. All’improvviso si
accesero cinque torce e il suono di numerosi tamburi si diffuse nell’aria, lento e cadenzato.
Dalle
tenebre emersero un uomo e una donna poi altri due e altri due ancora. Il ritmo
della musica si fece più rapido e intenso come il battito di mille cuori che
pulsavano contemporaneamente.
All’improvviso
gli uomini e le donne iniziarono a ballare a quella musica. Un altro gruppo di
persone emerse dal buio, uno di loro aveva con sé un grosso pentolone con
all’interno delle piccole sfere di vetro che emettevano un tenue bagliore.
L’uomo lo
depose a terra e tutti iniziarono a danzare attorno ad esso, frenetici e rapiti
dal suono dei tamburi. In poco tempo i vestiti caddero e i corpi si unirono,
strusciandosi l’uno con l’altro, accarezzandosi in maniera lenta e sensuale.
Emael si
ritrovò lì per caso, le sue ali di angelo ripiegate a coprire il corpo nudo, lo
sguardo rapito da quella scena che aveva qualcosa di meravigliosamente
selvaggio ed eccitante.
Una donna emerse dall’ombra e gli porse della frutta.
Lui all’inizio esitò, ma appena incrociò lo sguardo di lei afferrò un frutto e
lo morse avidamente. Poco dopo, l’angelo si ritrovò a danzare assieme a quegli
uomini e a quelle donne.
All’improvviso sentì il suo corpo sciogliersi come
se ogni parte di lui stesse diventando liquida. I suoi occhi si mossero e vide
i corpi attorno a lui liquefarsi lentamente e fondersi gli uni con gli altri.
La musica dei tamburi si fece ancora più forte e la mente dell’angelo tornò a
perdersi in essa.
Danzò finché
non perse completamente coscienza di sé ed egli divenne solo liquido sul
terreno. La musica si fece ancora più forte e il liquido iniziò ad agitarsi e
si plasmò fino a formare numerose, piccole sfere di vetro che sembravano
brillare di una tenue luce.
In quel
momento, un’ombra emerse dalle tenebre, più nera della notte stessa. Un ghigno
bianco si dipinse su di essa , mentre avanzava verso le sfere di vetro. Si
chinò, ne raccolse una e se la mise in bocca, provando un’enorme soddisfazione
nel sentire l’anima rinchiusa in essa urlare.
L’ombra era
soddisfatta. Anche questa volta aveva fatto un buon raccolto.
1 commenti:
uao, hai un talento visionario che sfocia in atmosfere degne di Marc Chagall e Max Ernst... bellissimo :D
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