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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

ANGIE

sabato 24 agosto 2013


Buonsalve! Nuovo incubo, nuovo racconto! Ho sognato davvero questi ragazzi e ragazze dai capelli bianchi i cui corpi venivano usati per la produzione di una nuova droga. Diciamo che non è stato un bel risveglio...

ANGIE
(racconto n.358)

Gli ANGIE erano creature create in laboratorio per svolgere tutte quelle mansioni che per gli umani ormai erano diventate troppo “umili” per essere svolte. Lavori di casa, nei campi, nelle fabbriche... alcuni di loro si occupavano perfino di badare ai bambini. Erano creati in serie, tutti con l'aspetto di ragazzi o ragazze di circa vent'anni con occhi viola e capelli bianchi come la neve. Questi organismi artificiali potevano svolgere qualsiasi compito, ma dovevano essere resi alla ditta di costruzione entro e non oltre i dieci anni di utilizzo. Non si sapeva cosa ne facessero degli ANGIE mandati in resa, ma nessuno aveva mai trasgredito a questa regola. Pareva infatti che il materiale organico di cui erano fatti in qualche modo degenerasse col tempo, diventando nocivo soprattutto per i più piccoli. Nicolas era cresciuto con una di queste creature, un modello femminile che aveva lavorato nella sua casa fin da quando lui aveva sette anni. Doverlo mandare in resa fu davvero triste. Si era affezionato molto a lei, tanto da arrivare a considerarla quasi una di famiglia. Il tempo però passò e a vent'anni Nicolas si era ormai quasi dimenticato della sua ANGIE. Un giorno un suo compagno di studi gli propose una serata di sballo fuori dal comune. Pare avesse scoperto, infatti, l'ubicazione di una “Fabbrica dei Sogni”, un posto dove potersi sballare in sicurezza con una sostanza che dava effetti sicuri senza il rischio di dipendenza. Incuriosito, Nicolas accettò di seguirlo in quella folle esperienza. Si recarono in un enorme palazzo all'interno del quale vennero fatti accomodare in stanze separate. All'interno vi era quello che sembrava essere un lettino chirurgico su cui svettava un macchinario con aghi di diverse dimensioni. La macchina era collegata a tubi e cavi che sbucavano da un foro nella parete.
A Nicolas tutto quello non piaceva. Aveva la brutta sensazione che quello non fosse solo un posto in cui sballarsi. Usando la scusa del bagno per allontanarsi dalla stanza, sgattaiolò via per dare un'occhiata in giro. Fu allora che trovò “l'area produzione”, un vasto magazzino in cui i corpi di centinaia di ANGIE venivano liquefatti in appositi cilindri di acido e incanalati nei tubi che portavano poi alle camere di somministrazione.
- Che ci fai qui? - gridò un uomo che stava sccompagnando una ANGIE a uno dei tubi.
Nicolas non sapevo cosa dire. Era sconvolto. Non si rese nemmeno conto che l'uomo stava già allertando la sicurezza.
- Io... Loro... voi utilizzate i corpi degli ANGIE per realizzare la vostra droga?
In quel momento l'ANGIE che stava per essere liquefatta si avvicinò a lui sorridendo. - Sta tranquillo. Non ci fanno del male. Così ci permettono di diventare umani... ci rendono liberi.
Nicolas indietreggiò, gli occhi sgranati davanti all'ingenua emozione di quella creatura. Loro non erano solo strumenti, ma esseri viventi che nel corso degli anni potevano provare emozioni vere. Per questo dovevano essere smaltiti e sfruttati per... per...
Il dolore acuto a un braccio lo scosse da quell'orrore. Abbassò lo sguardo e vide una siringa venire estratta rapidamente dalla sua carne. Mentre perdeva i sensi, riuscì solo a scorgere i contorni indistinti degli uomini che lo avevano circondato.
- Cosa ne facciamo di lui, signore? - disse qualcuno.
- Riempiamolo di droga ANGIE. - rispose semplicemente una voce dal tono autoritario. - Se gli distruggiamo il cervello non avrà più modo di spifferare ciò che ha visto.

Nicolas cercò di urlare, ma non riuscì a emettere un suono. L'ultima cosa a cui penso fu la ANGIE che anni prima aveva mandato in resa condannandola a una fine orribile.


Pubblicato da Unknown alle 10:15  

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