Buonsalve! Nuovo incubo, nuovo
racconto! Ho sognato davvero questi ragazzi e ragazze dai capelli
bianchi i cui corpi venivano usati per la produzione di una nuova
droga. Diciamo che non è stato un bel risveglio...
ANGIE
(racconto n.358)
Gli ANGIE erano creature create in
laboratorio per svolgere tutte quelle mansioni che per gli umani
ormai erano diventate troppo “umili” per essere svolte. Lavori di
casa, nei campi, nelle fabbriche... alcuni di loro si occupavano
perfino di badare ai bambini. Erano creati in serie, tutti con
l'aspetto di ragazzi o ragazze di circa vent'anni con occhi viola e
capelli bianchi come la neve. Questi organismi artificiali potevano
svolgere qualsiasi compito, ma dovevano essere resi alla ditta di
costruzione entro e non oltre i dieci anni di utilizzo. Non si sapeva
cosa ne facessero degli ANGIE mandati in resa, ma nessuno aveva mai
trasgredito a questa regola. Pareva infatti che il materiale organico
di cui erano fatti in qualche modo degenerasse col tempo, diventando
nocivo soprattutto per i più piccoli. Nicolas era cresciuto con una
di queste creature, un modello femminile che aveva lavorato nella sua
casa fin da quando lui aveva sette anni. Doverlo mandare in resa fu
davvero triste. Si era affezionato molto a lei, tanto da arrivare a
considerarla quasi una di famiglia. Il tempo però passò e a
vent'anni Nicolas si era ormai quasi dimenticato della sua ANGIE. Un
giorno un suo compagno di studi gli propose una serata di sballo
fuori dal comune. Pare avesse scoperto, infatti, l'ubicazione di una
“Fabbrica dei Sogni”, un posto dove potersi sballare in sicurezza
con una sostanza che dava effetti sicuri senza il rischio di
dipendenza. Incuriosito, Nicolas accettò di seguirlo in quella folle
esperienza. Si recarono in un enorme palazzo all'interno del quale
vennero fatti accomodare in stanze separate. All'interno vi era
quello che sembrava essere un lettino chirurgico su cui svettava un
macchinario con aghi di diverse dimensioni. La macchina era collegata
a tubi e cavi che sbucavano da un foro nella parete.
A Nicolas tutto quello non piaceva.
Aveva la brutta sensazione che quello non fosse solo un posto in cui
sballarsi. Usando la scusa del bagno per allontanarsi dalla stanza,
sgattaiolò via per dare un'occhiata in giro. Fu allora che trovò
“l'area produzione”, un vasto magazzino in cui i corpi di
centinaia di ANGIE venivano liquefatti in appositi cilindri di acido
e incanalati nei tubi che portavano poi alle camere di
somministrazione.
- Che ci fai qui? - gridò un uomo che
stava sccompagnando una ANGIE a uno dei tubi.
Nicolas non sapevo cosa dire. Era
sconvolto. Non si rese nemmeno conto che l'uomo stava già allertando
la sicurezza.
- Io... Loro... voi utilizzate i corpi
degli ANGIE per realizzare la vostra droga?
In quel momento l'ANGIE che stava per
essere liquefatta si avvicinò a lui sorridendo. - Sta tranquillo.
Non ci fanno del male. Così ci permettono di diventare umani... ci
rendono liberi.
Nicolas indietreggiò, gli occhi
sgranati davanti all'ingenua emozione di quella creatura. Loro non
erano solo strumenti, ma esseri viventi che nel corso degli anni
potevano provare emozioni vere. Per questo dovevano essere smaltiti e
sfruttati per... per...
Il dolore acuto a un braccio lo scosse
da quell'orrore. Abbassò lo sguardo e vide una siringa venire
estratta rapidamente dalla sua carne. Mentre perdeva i sensi, riuscì
solo a scorgere i contorni indistinti degli uomini che lo avevano
circondato.
- Cosa ne facciamo di lui, signore? -
disse qualcuno.
- Riempiamolo di droga ANGIE. - rispose
semplicemente una voce dal tono autoritario. - Se gli distruggiamo il
cervello non avrà più modo di spifferare ciò che ha visto.
Nicolas cercò di urlare, ma non riuscì
a emettere un suono. L'ultima cosa a cui penso fu la ANGIE che anni
prima aveva mandato in resa condannandola a una fine orribile.
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