Buonsalve! Un racconto ispirato a personaggi realmente
esistenti de quale non posso parlare, ma le cui storie sono davvero molto,
molto più
assurde di questa.
Vincenzo era un uomo semplice, un amante della campagna che
aveva un grosso, bruttissimo vizio: il bere.
Spesso la sera, dopo il lavoro, usciva di casa e andava al bar
del paese dove con gli amici si scolava birra fino a che non era così ciucco da riuscire a
stento a tenersi in piedi.
A volte riusciva a rimediare un passaggio a casa, altre era
costretto a tornarsene a casa a piedi, barcollando e attirandosi addosso gli
insulti di tutti quelli che disturbava con i suoi schiamazzi. Una sera gli
capitò qualcosa di alquanto singolare: stava per arrivare a casa quando vide un
cane guardarsi per le vie deserte con aria circospetta. Incuriosito, Vincenzo
decise di seguirlo, tenendosi a una distanza di sicurezza per non farsi notare.
L'animale si avviò verso una cascina abbandonata e lì Vincenzo vide qualcosa di
sbalorditivo: decine di cani e di gatti erano riuniti in una specie di
assemblea e... parlavano! Discutevano sui loro tentativi di disfarsi dei propri
esseri umani e di come estendere il loro dominio sul paese.
Sconvolto, l'uomo fuggì
via e, arrivato a casa, raccontò
tutto alla moglie che ovviamente si limitò
ad arrabbiarsi e a rimproverarlo per essersi di nuovo ubriacato tanto da avere
le visioni.
Lui però
era sicuro che non si era trattata solo di un'allucinazione. Il giorno dopo
provò
a mettere in guardia tutti su quello che aveva visto e sul terribile piano
degli animali domestici di disfarsi di tutti gli umani del paese.
Ovviamente nessuno gli credette anzi risero di lui e
iniziarono a dargli del pazzo ubriacone. Vincenzo allora decise di tornare alla
cascina, disperato e bisognoso di trovare delle prove.
Fu un colpo per lui trovarla deserta. Non c'era nemmeno un
segno che in quel posto ci fossero stati degli animali.
All'improvviso però
il cane che aveva seguito la sera prima entrò nella cascina e iniziò a ringhiargli contro.
Vincenzo, ancora con i postumi della sbornia, indietreggiò.
Non si accorse del gatto che aveva fatto scivolare una
bottiglia tra i suoi piedi né
di quello che aveva spostato una grossa pietra dietro di lui.
In un attimo, l'uomo inciampò sulla bottiglia e picchiò la testa
contro la pietra, morendo sul colpo. Quando lo ritrovarono tutti diedero la
colpa alla sua grande passione per il bere ignorando il terribile complotto
organizzato astutamente dai loro animali domestici.
1 commenti:
Geniale... meglio di Orwell :D
Posta un commento