Buonsalve! Un racconto ispirato a quei
programmi in stile “ma come ti vesti” in cui presunte amiche
chiamano dei perfetti estranei per cercare di cambiare il modo di
vestire di una persona.
Non solo estetica
(racconto n.348)
Siria amava vestirsi da maschiaccio e
sentirsi a suo agio nei vestiti che indossava. Erano poche le volte
in cui indossava qualcosa di femminile anzi si poteva dire che
nessuno dei suoi amici l’avesse mai vista con addosso una maglietta
aderente o una gonna.
Per questo un giorno decisero che
avrebbero fatto di tutto per convincerla a indossare abiti più
adatti alla bella ragazza che era. Ovviamente però lei non voleva
affatto saperne. Arrivò perfino ad arrabbiarsi seriamente quando le
sue due più care amiche, Sara e Jessica, la portarono con un
tranello a fare shopping in un negozio di abiti eleganti.
- Siete state perfide! Non avreste
dovuto farlo! – aveva urlato davanti a tutti. – Fatemi un favore:
pensate agli affari vostri e smettetela di ossessionarmi!
Se ne andò sbraitando, cercando di
nascondere le lacrime che le avevano cominciato a illuminarle gli
occhi. Sapeva di non essere femminile, ma non aveva scelta. Lei non
poteva permettersi di indossare quei vestiti che per loro erano
normali. Le mandò definitivamente a quel paese quando le due ragazze
si appellarono addirittura a un programma televisivo per convincerla
a cambiare look.
Siria ovviamente si rifiutò di
partecipare al programma e troncò ogni legame con le due amiche. Per
lei indossare quegli abiti non era solo una questione di estetica. Lo
sapeva bene soprattutto quando, camminando da sola per strada, veniva
avvicinata da quelle “creature”, i mostri e gli orrori che
abitano il mondo e che ogni giorno le davano la caccia perché lei
era la sola a poterli vedere. Le felpe ampie le servivano per
nascondere le armi e gli amuleti che era costretta a portare con sé.
I jeans o le tute comode le permettevano di muoversi al meglio.
Consapevole che non avrebbe mai potuto
spiegare il perché del suo abbigliamento, Siria si asciugò gli
occhi e fissò la creatura che aveva davanti a sé e che ringhiava
sbavante, pronta ad azzannarla. In un attimo la ragazza estrasse un
lungo pugnale da dietro la schiena. Che quelle oche pensassero ciò
che volevano: lei preferiva sopravvivere al badare al giudizio di chi
non sapeva accettarla.
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