Un racconto
veloce veloce scritto di corsa di corsa XD
La giustizia del mietitore
(racconto n.243)
Ho seguito
Laila fin da quando è venuta al mondo. Era una bambina molto, molto
vivace. C’erano state delle difficoltà
durante il parto eppure lei era nata con una volontà e una determinazione fuori
dal comune. Si era aggrappata alla vita con tutte le sue forze e tutta la
decisione di cui un essere umano era capace. Mi sorprese per quello e fidatevi,
non è semplice riuscirci.
Come mi ero
sempre aspettato, Laila divenne una combattente durante la sua esistenza. In
ogni momento, lottava per affermare se stessa, per sfuggire all’opprimente
sensazione della mia presenza accanto a lei. Mi detestava e lo faceva con tutta
se stessa.
Sem era
davvero un debole. Quando è nato fu come se non avesse alcuna voglia di venire
al mondo, come se ogni respiro gli costasse una fatica immane. Lui era il
classico umano che si lasciava trascinare dagli eventi. Non reagiva, non
lottava, si lasciava semplicemente andare facendosi sottomettere e aspettando
solo che le cose accadessero. Lui accettava la mia presenza come un qualcosa di
inevitabile.
Laila stava
andando in macchina quando Sem, alla guida del suo scooter, passò
distrattamente col rosso. Le loro
esistenze si incrociarono solo per quel breve, fatale momento. Io osservai ogni
singolo istante, ascoltai ogni pensiero e ogni paura di entrambi. Mi avvicinai
a Sem e lo sfiorai appena. No. Non sarei andato da lui.
Mi avvicinai
invece a Laila e le accarezzai la fronte.
- No… -
disse la ragazza, schiacciata tra i detriti della macchina. – No, ti prego…
“È arrivato il momento.” dissi “Ti ho osservato per tutta la vita e adesso
è arrivato il momento.”
Le tesi la
mano e lei si alzò.
“Non devi aver paura.” la rassicurai. “Ti accompagnerò per tutto il viaggio.”
La portai
con me, conducendola per mano verso il posto che le spettava, portando
quella giovane donna verso la sua fine.
Mi voltai verso Sem. Non era ancora la sua ora. Avrebbe sofferto e agonizzato a
lungo, ma non sarei andato da lui. Non ancora. Perché anche se era un debole io
sono inevitabile e imparziale. Non importa che tu lotti disperatamente o che ti
lasci andare. Prima o poi noi ci
incontreremo.
1 commenti:
Semplicemente vera e agghiacciante... brava :D :D :D
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