Buonsalve!
Questo racconto è un po’ uno sfogo personale contro le intolleranze e l’ignoranza
della gente. Preciso che non voglio accusare o condannare nessun tipo di
religione, ma solo quelle persone piene di pregiudizi che sparano critiche e
commenti di merda su cose di cui non sanno assolutamente nulla. Personalmente
considero queste persone delle vittime, vittime di una mentalità ristretta e di
un’ignoranza che non fa altro che rendere il loro animo davvero piccolo e la loro
vita tremendamente misera.
Al mondo c’è
gente davvero disgustosa che riesce sempre a mettermi addosso una grande
tristezza. Sono quelle persone ottuse e sgradevoli che non vedono al di là del
proprio naso e che sono talmente inutili e idiote che dovrebbero essere
abbandonate nella prima discarica nelle vicinanze. Sono quelli che non riescono
ad accettare le persone e le giudicano in base alla propria ignoranza. Io lo so
bene. Sono quella che si può definire una vittima della mentalità chiusa della
gente. L’“incidente” è accaduto circa due anni fa. Avevo aperto un negozio di
occultismo a Torino con la speranza di poter non solo vendere, ma anche di far
capire alle persone più diffidenti quella che è la mia cultura e la mia fede. Spesso
nel negozio entravano dei ragazzini idioti che pensavano di poter giocare a
fare sedute spiritiche con tavole Ouija e amuleti vari, ma ogni volta che
capivo cosa volevano fare perdevo le staffe e finivo col cacciarli via in malo
modo. È facile ridere e giocare con certe cose peccato però che spesso si tenda
a dimenticare che ogni azione ha delle conseguenze, soprattutto quando si gioca
con ciò che è “OCCULTO” , ciò che non si conosce. Per certe cose ci vuole
consapevolezza e soprattutto rispetto e quei ragazzini non ne avevano per
niente. Un giorno però cacciai dal negozio il ragazzo sbagliato. Aveva vent’anni
ed era uno di quei figli di papà spocchiosi e arroganti che pensano di poter
fare sempre quello che vogliono. Quando lo mandai via lui se ne andò
rovesciando a terra diversi amuleti e promettendo che me l’avrebbe fatta pagare.
Il giorno dopo la madre si presentò accompagnata dai Carabinieri, accusandomi
di aver cercato di corrompere il figlio a pratiche perverse. Diceva che avevo
tentato di sedurlo e che ero un pericolo, una strega che doveva essere
quantomeno allontanata. Mi liberai dei Carabinieri mostrando loro i filmati
delle telecamere di sorveglianza del negozio, ma la donna sembrò non voler
accettare il fatto che il figlio fosse un teppista. Da allora infatti i vicini
iniziarono a maltrattarmi e a isolarmi, persone che non conoscevo passavano
davanti al negozio e sputavano sulla vetrina, mi ritrovai perfino la scritta
“BRUCIA STREGA” scritta con vernice
spray rossa sulla serranda. Io però ero
decisa a resistere. Non me ne sarei andata, non avrei rinunciato a quello in
cui credevo.
Una sera
però, mentre stavo per chiudere, due ragazzi si avvicinarono. – Ciao strega! –
disse uno di loro. – Che ci fai vestita? Quelle come te non se ne vanno in giro
a ballare nude e a scopare chiunque nelle
notti di luna piena?
- No quelle erano
le vostri madri, stronzi. – ribattei cercando di non farmi vedere intimorita.
All’improvviso
fu come se fossi piombata in un incubo. Quei mostri mi si avventarono addosso
iniziando a colpirmi violentemente. Mi strapparono i vestiti di dosso e mi
buttarono a terra, prendendomi a calci, ridendo e sputandomi addosso. Ricordo
solo che all’improvviso uno dei due si avvicinò portandosi una mano alla
cintura. Poi quando fui sopra di me, provai un dolore acuto alla tempia poi il
nulla.
Quando mi
risvegliai ero in un letto di ospedale con flebo e respiratori attaccati.
All’inizio era come se la mia mente fosse annebbiata, persa in un vuoto dal
quale non riuscivo a emergere. Pian
piano ripresi coscienza di me, ma mi sentivo distrutta, incapace di reagire a
quello che era successo. In quel momento ebbi la terribile certezza che non ce
l’avrei fatta. Ormai mi ero arresa. Poi però accadde qualcosa che non mi
aspettavo. Quando finalmente potei ricevere visite, tutti le persone entrate
anche solo una volta nel mio negozio si presentarono alla mia porta con mazzi
di fiori e biglietti di auguri
Sentii le
lacrime agli occhi nel vedere con quanto affetto mi davano il loro sostegno in
quel momento difficile. Nelle loro parole e nei loro sguardi trovai la forza e
il coraggio per riprendermi. Alcuni di loro erano persone che forse non avevano la mia stessa visione
del mondo, ma che in qualche modo avevano capito e accettato il mio modo di
essere e questo mi diede davvero tanta speranza.
Potevo
farcela. Potevo andare avanti.
Quando poi
riuscii a tornare in negozio scoprii che le cose erano cambiate. Non c’era più
diffidenza né astio nei miei confronti. Si era venuto infatti a sapere che i
due che mi avevano aggredita erano compagni del ragazzo che avevo scacciato e
che erano stati istigati ad aggredirmi dalla madre di lui che ovviamente venne
arrestata con loro. Provai una piacevole sensazione di soddisfazione quando me
lo dissero. Non perché la donna era stata punita, ma perché in fondo ero sempre
stata convinta non aveva molta importanza il credo o la visione del mondo di
una persona perché tutto ciò che uno fa
agli altri, nel bene o nel male, prima o poi tornerà indietro amplificato di
sette volte.
Da parte
mia, continuerò ad andare avanti, resistendo al dolore del ricordo di quella
sera, nel rispetto di tutti quelli che incontrerò sulla mia strada. Perché una
volta uno spirito molto luminoso ha detto “ Ama il prossimo tuo come te stesso” e il
rispetto è sicuramente una delle più grandi forme d’amore che possano esistere.
1 commenti:
Bellissima e vera! BRAVAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3
Posta un commento