Buonsalve! Questo racconto mi è stato ispirato da un post letto
ieri sul blog di Licia Troisi. Credo che una cosa del genere sia capitata a
molti di quelli che lavorano nel fantasy, sia come autori che come
illustratori. Io ad esempio ho avuto davvero un’insegnante che mi ha detto “lascia
perdere il fantasy e pensa a cose più concrete”.
Un lavoro come pochi
(racconto n.270)
Julie era una ragazza che molti avrebbero definito strana. Amava
vestirsi di colori accesi e indossare accessori particolari e vistosi. Il suo
preferito era un orecchino dal quale partivano diverse foglie d'argento a
incorniciarle l'orecchio. Ogni volta che camminava per strada con quello
addosso, tutti le lanciavano occhiate a volte incuriosite, a volte infastidite
come se il suo modo di essere potesse dare in qualche modo fastidio. Julie poi
faceva un lavoro molto particolare: realizzava copertine e illustrazioni per
romanzi fantasy e horror. Una volta, mentre tornava a casa da un incontro con
un editore, incrociò per caso una sua vecchia insegnante del liceo artistico
che la salutò squadrandola dalla testa ai piedi. - Ma tu guarda, Julie... Sei
sempre stata un tipo molto... particolare... Che cosa fai adesso?
Lei non fece nemmeno caso all'atteggiamento di superiorità con cui la guardava. -
Sono una disegnatrice. Realizzo copertine e illustrazioni fantasy per diversi
editori.
La donna sembrò
perplessa. - Ah... E... Che lavoro fai?
- Realizzo copertine e illustrazioni fantasy per diversi
editori. - ripeté
lei sogghignando. Si aspettava una cosa del genere dalla sua insegnante.
- Dovresti cercare di puntare a un lavoro più serio. Sei sempre stata
brava a scuola e potresti fare davvero molto.
Julie non poté
fare a meno di scuotere la testa ridendo. - Sì in effetti potrei fare un lavoro
diverso. Potrei trovarmi un impiego ordinario con stipendio fisso e la
sicurezza che, se questo paese non finirà
ancor più
alla deriva, tra una quantità
indefinibile di anni di noiosa routine avrò
un briciolo di pensione per poter sopravvivere.
La sua ex insegnante sembrò irritarsi a quelle parole. – Beh, bisogna pur
crescere prima o poi. Inoltre così
verresti presa molto, molto più
sul serio, cosa che ti permetterebbe di crearti una carriera decente.
Julie allora le rivolse un sorriso radioso. - Già in effetti molti
potrebbero prendermi più
sul serio, ma perché
dovrei rinunciare a fare un lavoro che mi sta portando grandi soddisfazioni a
livello umano e professionale, che mi fa divertire e che, magari, mi aiuta a
strappare un'emozione a chi guarda le mie opere?
- Perché
il mondo reale non é
fatto di questo.
Julie alzò
le spalle e spalancò
le braccia con rassegnazione. –
Beh allora temo di avere un problema. Credo
infatti che il mio mondo sia leggermente diverso. Arrivederci professoressa!
Se ne andò
lasciando la donna perplessa, incapace di capire se la ragazza la stesse
offendendo o meno. A Julie in realtà
non importava molto ciò
che diceva o pensava la gente. Aveva imparato col tempo a non prendersi troppo
sul serio e a non prendere troppo sul serio la gente che la criticava. In fondo
a lei il suo mondo piaceva davvero molto.
1 commenti:
Tremendamente vera e non solo per chi fa illustrazioni, ma anche per chi scrive o semplicemente vuole vivere della propria arte.
Purtroppo a me capita di continuo... :D quindi posso solo dire che questo è l'ennesimo frammento di denuncia di una squallida e perfetta ipocrisia...
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