Buonsalve! Questo racconto è ispirato esattamente al mio stato d’animo
attuale. Non è un buon periodo, non sto bene e mi capita spesso la sera di piangere ma, rendendomi conto che alla fine ci
sono tante persone che mi sono vicine che stanno molto peggio, non posso fare
altro che stringere i denti e andare avanti. In fondo non credo di avere molto
diritto di lamentarmi.
Una grande delusione
(racconto n.260)
A volte non é facile rimettere assieme i pezzi di una vita
finita in pezzi. Un momento ti stai godendo i tuoi sogni, la tua vita é
esattamente come tu l'avevi sempre desiderata quando accade qualcosa di
inaspettato ed ecco che il momento dopo ti ritrovi in preda a un oceano di
rimpianti. Pensi a tutte le illusioni, a ciò che hai perso e a quello che ti
hanno portato via e non puoi fare a meno di pensare che, nonostante la
consapevolezza che infondo i tuoi problemi non sono niente paragonati a quelli
di chi ti sta accanto, non é giusto che le cose siano andate in questo modo. É
una cosa alla quale purtroppo non posso fare a meno di pensare ricordando i
miei momenti di gloria, i giorni in cui a teatro ricevevo gli applausi di un
pubblico caloroso, che mi ammirava e mi acclamava per la mia recitazione. Il
periodo in cui tutta la mia vita era incentrata su ciò che amavo di più al
mondo. In due anni il direttore della mia compagnia mi aveva assegnato parti
importanti in ogni rappresentazione avvenuta nei migliori teatri della città
promettendomi mari e monti.
Poi però quel bastardo ha pensato bene di sparire portandosi via
la maggior parte dei miei compensi. Fu come aver ricevuto un calcio in pieno
viso. Non dimenticherò mai la sensazione di rabbia e amarezza nel momento in
cui capii che la persona che credevo mi avrebbe sostenuta era in realtà uno
spocchioso, ignorante, figlio di papà che mirava solo a fare i suoi porci
comodi col frutto del mio lavoro. Frustrata e abbattuta mi ritrovai a dover
ricominciare tutto dal principio. Dovevo cercare una nuova compagnia, trovare qualcuno
disposto a darmi fiducia, ma che comunque sapevo mi avrebbe assegnato delle
parti misere, facendomi partire dal basso come se fossi una misera dilettante.
Non ricordo più quante notte ho passato a piangere, sempre più disperata a ogni
fallimento.
Poi un giorno Victor, un caro amico, si presentò entusiasta da
me e mi diede un biglietto da visita. Ebbi quasi l’impressione che il mio cuore
si fosse fermato all’improvviso. Era il numero di uno degli agenti più
importanti di Broadway. – Dove lo hai trovato?
- Diciamo un incontro fortunato. – ammiccò lui. – Chiamalo. Ti
aspetta per vedere quello che sai fare.
Per un momento venni presa dal panico. Potevo davvero farcela?
Mi avrebbero davvero scelta? Non lo sapevo non ero più sicura di niente
tantomeno delle mie capacità. E se non fossi piaciuta? Se quello che avevo
ottenuto fino ad allora fosse stato solo merito dei raggiri di quel truffatore?
Ci misi tre giorni a superare le mie paure. Alla fine, quando
ormai non avevo più lacrime, presi il telefono e chiamai l’agente. Non
importava quanto avessi sofferto né quanto tempo ancora avrei continuato a star
male. Potevo piangere fino a farmi sanguinare gli occhi, ma in un modo o nell’altro
sarei dovuta andare avanti.
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