Buonsalve!
Un racconto ispirato a quel grande libro che è Fight Club ^,.,^
Buona
lettura!!!!!
Una persona irritante
(racconto n.230)
Ci sono
persone così irritanti e fastidiose che a volte fanno venire l’impulso di
prenderle a schiaffi fino a far diventare loro le guance viola. Mick era
esattamente uno di queste persone.
Lavoro con
lui da circa due cinque mesi in un supermercato e a stento riesco a resistere
all’impulso di farlo a pezzi e rinchiuderlo in uno dei congelatori del reparto surgelati.
Mick era un
arrogante, spocchioso, idiota che pensava che solo per il fatto che lavorava in
quella fogna da più di tre anni poteva divertirsi a sfogare le proprie
frustrazioni sui nuovi arrivati.
Con me non
aveva fatto altro fino a quando era arrivata Triscia. Lei era quella che si
poteva definire una gran figa. Con gambe
lunghe e affusolate e lo sguardo da gatta, era dotata di un fascino magnetico
che attirava inevitabilmente gli sguardi di tutti.
Quello che
più piaceva di lei era la sua grinta. Il suo primo giorno Mick aveva subito
provato a prenderla di mira: mentre stava sistemando uno scaffale, lui le si
era avvicinato con la sua solita aria da viscido spaccone.
- Fa pure
con calma. – le disse incrociando le braccia sul petto. – Non hai bisogno di
affrettarti più di tanto, visto che i minuti che perdi a sistemare questa roba
ti verranno decurtati dallo stipendio.
Lei si limitò
a buttare una confezione di spaghetti su uno scaffale e a fronteggiarlo a testa
alta. – Ma tu guarda, ancora non avevo visto il viscido maschio frustrato di questo squallido posto. Dimmi, ti piace
essere un povero trentacinquenne vergine che vive ancora con la mamma e che non
si accorge di essere tanto patetico quanto squallido anche sul posto di lavoro?
Lui rimase
di sasso. Non disse niente mentre lei si spostava per controllare il banco
frigo.
- Oh, a
proposito – disse la ragazza un attimo dopo – questo yogurt è scaduto.
In un attimo
gli versò il contenuto del barattolo in testa, provocando le risate di tutti.
Mick non
ebbe più il coraggio di tormentare nessuno per una settimana poi però riprese a
sfogarsi su di me. Mi trattò così da schifo mentre mi dava della stupida,
patetica, fallita che quando me ne andai piangendo mi dissero che Triscia lo
afferrò e lo attaccò al muro davanti a tutti. – Ti giuro che se provi ancora a
maltrattarla ti ritroverai a pezzi in un uno dei congelatori del reparto
surgelati.
Lui però non
si fece intimidire, al contrario divenne ancora più insopportabile. Due settimane dopo trovarono le sue braccia e
le sue gambe nei congelatori del pesce e
il busto in quello del gelato. La sua testa era invece stata poggiata sopra
alcune confezioni di yogurt.
Quando vidi
quei resti rimasi così sconvolta che dovetti correre in bagno a vomitare. Era
stata lei, era stata Triscia non avevo dubbi. La cosa che più mi spaventava
però era che gli aveva fatto tutto quello che avrei voluto fargli io. Era come
se avesse in qualche modo concretizzato i miei pensieri. Corsi in bagno e
vomitai tutto quello che avevo nello stomaco. Mi sciacquai la bocca, ma quando
alzai lo sguardo mi bloccai: il volto di Triscia mi fissava con un sorriso
soddisfatto dallo specchio.
Solo allora
mi resi conto di una cosa: stavo sorridendo anch’io.
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