Buonsalve!
Un racconto scritto pensando a come a volte una vittima può rivelarsi un
carnefice ben peggiore del suo persecutore. Buona lettura ;)
Erano
settimane ormai che Carla aveva l’orribile sensazione che qualcuno la stesse
seguendo. Si sentiva costantemente
osservata e ogni tanto scorgeva con la
coda dell’occhio una figura avvolta in un soprabito scuro. Non ne era sicura
ovviamente, ma col tempo si sentì sempre più ansiosa e paranoica.
Poi
arrivarono i fiori. Ogni giorno le venivano recapitati a casa e al lavoro
diversi mazzi di rose che ovviamente lei provvedeva a buttare. Col tempo oltre
ai fiori arrivarono i messaggi, messaggi inquietanti in cui il suo misterioso “ammiratore” la
definiva la “sua preda più affascinante” e le prometteva che presto sarebbero
stati insieme per sempre.
Ogni volta,
Carla restava immobile a fissare a quei biglietti pensando chi fosse
l’individuo disgustoso che la stava tormentando a quel modo.
Sapeva bene
che le cose non potevano andare avanti così. Doveva trovare un modo per farla
finita.
Per questo
decise di prendere lei l’iniziativa. Si mise una gonna inguinale e una
camicetta molto scollata e uscì di casa. I tacchi degli stivali picchiettavano
sull’asfalto attirando su di lei gli sguardi di tutti i passanti.
Stava
attraversando un vicolo buio quando sentì qualcuno avvicinarsi.
- Non
dovresti andartene in giro così. – disse una voce. – Tu non sei una donnaccia…
non sei come quelle squallide ragazze che si vedono in giro…
Carla si
fermò e rimase immobile. – Io mi vesto come voglio – disse. – e vado a letto
con chi voglio.
- No, tu sei
pura! – ringhiò l’uomo. – Tu non sei così! Non devi essere così! Tu sei mia!
Quando lui
cercò di afferrarla, Carla reagì. Scartò di lato e sfoderò il pugnale che
teneva nella borsa, facendolo sbilanciare e cadere a terra. In un attimo
gli fu sopra e gli piantò la lama nel
ventre.
Il maniaco
iniziò a piangere e a mugugnare, ma lei, impassibile, gli premette la mano
sulla bocca e continuò il suo lavoro di coltello.
Lo lasciò
solo quando ebbe riversato le sue interiora sull’asfalto per poi tagliargli i
genitali e inserirli all’interno del corpo sventrato.
Non glieli
avrebbe mangiati, non come aveva fatto con tutte le sue altre vittime. Lui era
un verme, un essere meschino che non meritava di far parte del mio essere.
- Mi dispiace, porco maniaco – gli sussurrò in
un orecchio – ma questa volta hai puntato la preda sbagliata.
1 commenti:
Semplicemente è l'incubo personale di ogni Stalker che si rispetti, incappare in una affascinante preda che rivela di essere una bella serial killer...
agghiacciante e condotta sul filo della cattiveria pura, rock duro suonato con il coltello.
Bravissimaaaaaaa <3 <3 <3 <3 <3
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