Buonsalve! Un
racconto che parla di grossi felini e delle punizioni che spettano a coloro che
tradiscono i propri simili.
Diana si
muoveva nella piccola radura lenta e
sinuosa come un felino. I suoi occhi
erano fissi sull’uomo bendato e in catene di fronte a lei.
- Chi è? –
disse lui muovendo di scatto la testa. – Cosa sta succedendo?
All’improvviso
l’uomo si bloccò e annusò l’aria. All’improvviso sembrò percepire qualcosa.
Iniziò a piangere e a tremare come un bambino impaurito. – Diana… no… non tu…
- Hai capito
dove siamo, vero Dimitri? – disse la donna la cui voce arrivò all’uomo gelida come una
lama. – Sai che cosa ti aspetta, vero?
L’uomo si
buttò a terra arrivando quasi a toccare con la fronte il terreno umido. – Ti
prego non farlo! Io non volevo! Non volevo!
- Ma lo hai
fatto: ci hai traditi. – ribatté lei indifferente alle sue suppliche. – Hai
svelato della nostra esistenza e parlato della nostra natura solo per
guadagnare qualche soldo.
- Non avevo
di che mangiare. – cercò di giustificarsi lui. – Non sapevo più che fare per…
- Sta zitto.
– lo intimò lei, avvicinandosi. – Non hai giustificazioni per aver usato il tuo
dono come se fosse un misero trucco di prestigio.
Lui continuò
a gemere e a supplicarla, ma lei non si fece impietosire. Si chinò su di lui e
gli tolse la benda per poi afferrargli una caviglia. – È arrivato il momento
della tua punizione.
Con una stretta,
Diana gli frantumò la caviglia. L’uomo urlò, piangendo dal dolore.
La donna
però non si fece impietosire. Gli sciolse le catene e lo spinse via. – Comincia
a correre. – disse mentre il suo corpo veniva lentamente ricoperto di una folta
pelliccia nera. – Corri se non vuoi morire subito.
E l’uomo
corse. Ferito e terrorizzato, corse come non aveva mai fatto prima. Dietro di
lui, Diana stava già ringhiando. Trasformata in una grossa pantera, era ormai
arrivata a un balzo da lui.
Disperato, anche l’uomo mutò il proprio
aspetto, ma nemmeno in forma di pantera sarebbe potuto sfuggire alla
cacciatrice. Se anche non fosse stato ferito niente avrebbe potuto salvarlo da
lei.
In un
attimo, Diana gli fu addosso. Le sue zanne si serrarono sulla gola della preda
che emise un acuto verso di dolore. In
un attimo lo atterrò, bloccandolo con una zampa.
Non gli
spezzò il collo. Non doveva morire così facilmente. La cacciatrice affondò
zanne e artigli nel ventre della preda, straziandola e sventrandola.
Dopo lunghi
e atroci minuti di agonia, dell’uomo non rimase che un cadavere maciullato.
Diana tornò
umana e si pulì il sangue dalla bocca. Anche questa volta aveva compiuto il suo
dovere, spietata e letale come era stata addestrata ad essere.
Aveva fatto
ciò che era giusto per proteggere il branco. Per questo era nata. Per questo
avrebbe continuato a cacciare.
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