Buonsalve!
Questo racconto è ispirato a un argomento trattato durante la presentazione di
sabato al Lupo Rosso de “L’ampolla scarlatta” di Monique Scisci ovvero la tendenza degli scrittori a comportarsi in
maniera molto sadica con i loro personaggi per quanto a volte sono restii ad
ammetterlo ;D
p.s. sebbene la protagonista del racconto sia una donna ho scelto di mettere una foto di George Martin perchè.... beh chi ha letto le sue "cronache del Ghiaccio e del Fuoco" lo sa XD
Mi chiamo
Lauren e sono una scrittrice ormai da diversi anni. Io sono una di quelle
autrici che si affezionano molto ai propri personaggi. Ogni volta che uno di
loro soffre o vive una brutta esperienza io mi sento davvero malissimo. Il mio
nuovo romanzo, ad esempio, racconta la storia di Jacob, un giovane stregone
molto potente che parte alla ricerca degli assassini che hanno torturato e
ucciso sua madre davanti ai suoi occhi per poi marchiarlo a fuoco con il loro
simbolo.
Ieri poi ho
scritto una scena in cui Jacob si è ritrovato a dover decidere tra chi dei suoi
due compagni di viaggio, la ragazza di cui si è innamorato e il suo migliore
amico, sarebbe dovuto morire. Il suo amico ovviamente gli impone di scegliere
la ragazza, dicendosi disposto a sacrificarsi, ma nel momento in cui lui compie
la scelta i suoi nemici violentano e mutilano la ragazza per poi lasciarla a
terra ai suoi piedi a morire. Ho scelto di inserire una scena del genere perché
era necessario, ma fidatevi ho sofferto davvero tanto nel farlo. Non sono poi
così crudele. Inoltre il suo migliore amico l’ho lasciato vivere.
Alcuni
dicono di me che sono davvero troppo sadica. Insomma solo perché costringo i
miei personaggi a subire atroci torture e a veder morire in maniera brutale
tutte le persone a loro più care non vuol dire che io lo sia. O sì?
Naaaaaa… in
fondo non ci provo mica gusto. Ora scusatemi, ma devo andare a scrivere il
finale del mio nuovo romanzo: Jacob infatti riesce ad ammazzare i suoi nemici
alla fine ma, a causa degli orrori a cui assiste durante lo scontro finale,
impazzisce e arriva ad ammazzare il suo stesso amico per poi, dopo essere
rinsavito, togliersi la vita.
Vi piace? Lo
spero. Non sarà certo facile per me scrivere una cosa del genere, ma credo sia
il finale di maggior impatto per la mia storia.
E guai a chi
prova a dire ancora che sono sadica!
1 commenti:
UAOOOOO!!!
Io lo dico apertamente, non sono sadico, ma è per la filosofia di fondo che permea tutti i miei scritti, non può esserci mai un "happy end", io sposo la poetica della tragedia, quando al mondo governa vieppiù la poetica della commedia... Faccio i miei complimenti a Lauren, per il suo coraggio, non sadismo, per affrontare certi argomenti duri e non banalizzare la psicologia dei suoi personaggi. E il buon Martin, sarebbe di certo concorde!!!
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