Buonsalve!
Anche questo racconto è nato da una citazione letta su facebook che mi ha fatto
pensare a come in fondo non conta l’età anagrafica, ma le emozioni del momento
che possono farti tornare bambina o farti sentire molti più anni sulle spalle.
Mi chiamo
Nadia e ho trent’ anni. O almeno è
quello che dichiara la mia carta d’identità. La mia giornata infatti è formata
da quelle che io definisco “le mie età”.
La settimana
scorsa ad esempio al mattino mi son
sentita come se fossi tornata bambina. Marco, il mio ragazzo mi aveva preparato
una buonissima colazione a base di pancake e cioccolata calda (alla quale ho
aggiunto una buona dose di panna montata) e mi ha fatto sentire come una
bambina il giorno del suo compleanno. Ero euforica, entusiasta, saltavo da una
parte all’altra della casa per il solo motivo che ero molto, molto felice.
Mentre
mangiavo lui mi lanciò un’occhiata a metà tra l’esasperato e il disperato. – Tu
non crescerai mai, vero?
In risposta
gli feci una bella linguaccia. – Certo che no. Non in questi casi.
Poi però
accadde qualcosa che mi catapultò di nuovo nell’età adulta. Mi ero presa il
pomeriggio libero perché Marco sarebbe partito per un viaggio di lavoro di un mese e non lo avrei
potuto vedere né sentire per tanto tempo.
Quando
arrivai nel negozio in cui lavoravo lo trovai completamente devastato. Dei
ladri erano entrati durante la notte e avevano
distrutto quello che non erano riusciti a portare via. Passai tutta la
mattinata a parlare con i carabinieri e a sistemare le scartoffie per
l’assicurazione. Fu snervante e angosciante anche perché l’idea che qualcuno
fosse entrato in un posto che per me era come una casa mi faceva sentire
malissimo.
Mi sentii
come se fossi invecchiata di dieci anni, con un peso immane sulle spalle. Finii
di sistemare e riorganizzare tutto solo in tardo pomeriggio.
Non riuscivo
a credere di aver perso tutto quel tempo che avrei potuto invece passare col
mio ragazzo. Ero così sfatta e stremata che quasi mi misi a piangere quando
rientrai a casa e lo vidi con le valigie pronte. Era come se all’improvviso mi
fossi guardata allo specchio e mi fossi ritrovata una vecchia di settant’anni.
Lui però mi
abbracciò e sorridendo mi disse solo. – Dai, bellissima… un mese passa davvero
in fretta.
Ed ecco che
all’improvviso divenni un’adolescente innamorata, con i cuoricini negli occhi e
il latte alle ginocchia.
Con un
sorriso gongolante, lo accompagnai in aeroporto e lo guardai passare oltre il
metal detector. Nel momento in cui alzò la mano per salutarmi un nodo mi serrò
la gola. Mi sentii angosciata nel capire che non avrei potuto nemmeno mandargli
un messaggio quando volevo condividere
qualcosa con lui. In un attimo, senza rendermene conto mi sentii sola… e tutte
le mie età all’improvviso scivolarono via, lasciandomi semplicemente vuota.
1 commenti:
Il tempo dell'anima non corrisponde mai al tempo del corpo... e, se postuliamo l'anima, essa allora non ha età ma osserva le sensazioni del corpo da un punto di vista sovratemporale, che ci permette di rimanere noi stessi anche quando il tempo con noi è inclemente. Ma, postulato negativamente l'anima, i fasci delle nostre percezioni cambiano sostanzialmente e la ragione cede il passo al sensibile, in cui nella stessa giornata, tempo e spazio si annullano in una miriade di percezioni che cambiano continuamente il nostro Io, ben lontano dall'essere immutabile... ed ecco dunque corrette le affermazioni che "un mese passa presto", dato che il tempo è solo una forma della conoscenza presente nell'umano e che le emozioni scivolano via lasciando il vuoto nel momento stesso in cui noi smettiamo di percepire... bellissima, mi ha colpito molto! Brava <3
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