Buonsalve!
Questo racconto mi è venuto in mente ascoltando la sigla di “Scrubs” che sto
ricominciando a seguire come si deve. Il titolo del racconto riprende proprio il titolo della canzone. Buona lettura! ^,.,^
I'm no superman
(racconto n.216)
Susan cominciava
a sentirsi davvero esasperata della sua vita. La mattina si alzava, preparava
la colazione per suo marito e i suoi figli, ovviamente cercando di rispettare i
gusti di tutti. Sua figlia era perennemente a dieta e non mangiava i pancakes
che invece suo figlio più piccolo voleva disperatamente. Una volta finite le
colazioni sistemava la cucina e si andava a lavare, vestire e truccare per
andare al lavoro. Quindi le aspettavano circa nove ore di stressante lavoro
durante il quale quella testa di cazzo di James, suo collega, le affidava tutte
le pratiche più noiose e solo perché lei non era come le sue colleghe più
sfacciate che con minigonne inguinali e bocche alle quali piaceva fin troppo
aprirsi senza parlare riuscivano a facilitarsi sempre le cose. Per quanto si fosse guadagnata la posizione di
manager aziendale, quel viscido bastardo non faceva che lanciarle frecciatine
od occhiate ambigue che le ricordavano di continuo la pessima opinione che
aveva di lei. Dopo quelle ore snervanti doveva tornare a casa, preparare la
cena, fare eventuali lavatrici e pulizie. Questo solo quando non doveva andare
a prendere i figli o occuparsi dei diversi enti e associazioni benefiche di cui faceva parte.
Un giorno
però ebbe uno strano spasmo all’occhio mentre era in macchina e per un pelo non
rischiò di fare un incidente. Pensando fosse solo una questione di stanchezza
decise di non badarci più di tanto. Gli spasmi però continuarono e alla fine, dopo
anni di quella vita snervante, esplose.
Era al
lavoro e dopo l’ennesima battuta del suo capo sentì qualcosa scattare in lei. Sbatté
le pratiche addosso a James e buttò a terra tutto ciò che si trovava sulla sua
scrivania. Urlò, dandogli del porco narcisista che non avrebbe mai combinato
niente nella vita se non avesse avuto i soldi di papà a coprirlo.
Sebbene
sapeva che avrebbe pagato le conseguenze della sfuriata, se ne andò sotto lo
sguardo incredulo di tutti. Nel tornare a casa si sentì benissimo. Capì che in
fondo un piccolo sfogo le sarebbe servito già da diverse settimane. Ogni tanto
faceva bene tirare fuori un po’ di rabbia. In fondo lei non era mica una super
donna.
1 commenti:
Uao la mia sabri avrebbe proprio fatto come la tua Susan, qui... e non per la prima volta. Si, hai perfettamente ragione, ogni tanto voi donne dovreste tirare fuori le palle... la parità e la dignità sono si manifestano anche in questo. La tua Susan ha tutta la mia ammirazione <3
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