Buonsalve amici!
Questo racconto è nato pensando a quante volte si fraintendono le intenzioni di una persona solo per paura che questa possa farci del male o per stupida gelosia. Purtroppo ci troviamo spesso a diffidare dalle persone che amiamo, ma sono convinta che se quella persona ci ama veramente, se tiene davvero a noi, allora non potrebbe mai ferirci volutamente. L'importante è parlarsi sempre con chiarezza e sincerità a ogni malinteso.
Un triste malinteso
(Racconto n.33)
Rachel
era morta ormai da poco. Solo dopo due giorni di confusione e smarrimento aveva
capito di essere un fantasma, uno spirito errante imprigionato tra questa vita
e l'al di là e assieme alla consapevolezza
era arrivata anche la certezza di non potersene ancora andare.
Era morta
all'improvviso, in un assurdo incidente che l'aveva coinvolta per uno
sfortunato caso. Stava camminando su un marciapiede del centro di Torino quando
una macchina, per evitare una bicicletta uscita di corsa da una stradina
secondaria, l'aveva travolta schiacciandola contro la vetrina di una
profumeria. Un modo davvero patetico di morire.
Il suo
rimpianto però non era legato alla propria
morte bensì a una discussione avuta
quella stessa mattina con Nicolas, l'uomo con cui conviveva ormai da due anni.
Lui ultimamente era molto strano, quasi distante. Faceva sempre tardi la sera e
ogni tanto si metteva a bisbigliare al telefono per poi attaccare appena lei si
avvicinava. Quel giorno si era finalmente decisa a chiedergli che cosa le
stesse nascondendo e quando Nicolas non volle darle una risposta chiara, lei
finì con l'accusarlo di avere
un'altra.
Fu una
brutta discussione e lui alla fine, per riuscire a calmarla, le promise che ne
avrebbero parlato quella sera stessa.
Non ne ebbero
il tempo. Per questo Rachel voleva sapere, capire che cosa lui le aveva nascosto
e di cosa voleva parlarle il giorno in chi era morta. Per questo non era
riuscita a passare oltre.
Il
fantasma di Rachel decise allora di seguirlo. L’uomo
non uscì di casa per tutto il giorno. Rimase tutto il tempo a
fissare il soffitto con gli occhi gonfi e il volto emaciato di non dormiva da
giorni. Sembrava davvero disperato. Per
un attimo Rachel provò una fitta di rimorso nel
vederlo in quello stato. All’improvviso però lui si alzò e si recò in un piccolo café non molto distante dalla loro
casa. Si sedette al tavolo di una donna bellissima, con indosso in un elegante
abito color crema.
Li osservò a lungo parlare e quando vide la donna allungare la mano
per prendere quella di lui non ragionò più.
Entrò nel café e con un impeto d'ira fece
esplodere il bicchiere che lei stava per afferrare. Quello strano fenomeno ebbe
come unico risultato quello di creare un po' di scompiglio e di far addebitare
il bicchiere rotto sul conto dei due.
- Allora
mi stavi dicendo? - disse la donna finito lo sconcerto iniziale.
- Volevo
fargli la proposta quella sera stessa, ma... Oddio tutto questo mi sembra un
incubo.
Rachel
incrociò le braccia al petto. Quel
verme non era triste per la sua morte. Si sentiva in colpa.
- Sai,
avevo portato gli anelli con me per tutto il giorno in attesa di rivederla. -
continuò Nicolas sul punto di
scoppiare in lacrime. - Era tutto organizzato, tutto perfetto come lei meritava
che fosse. Invece è morta pensando che io la
tradissi… e non saprò mai quale sarebbe stata la sua risposta.
- Mi
dispiace davvero tanto. - disse la donna prendendogli di nuovo la mano . -
Senti ci penso io a disdire tutto, ok? Tu cerca solo di riprenderti.
Nicolas
fece un cenno di assenso col capo.- Grazie. Ovviamente ti pagherò comunque ciò che ti devo per i tuoi
servizi di wedding planner e...
- Ti ho
detto di non preoccuparti di niente. - lo rassicurò lei guardandolo con profonda pena. - Non mi devi
assolutamente nulla.
Rachel si
sentì un’idiota. Come aveva potuto anche solo pensare che lui
potesse tradirla?
Doveva
trovare il modo di farsi perdonare.
Con un grande sforzo di volontà riuscì a rovesciare la
zuccheriera e a tracciare delle lettere sullo zucchero finito davanti a
Nicolas.
Il ragazzo rimase per un attimo basito poi pianse nel vedere
formarsi una semplice parola “YES”.
Rachel sorrise, sicura che lui avesse capito. Svanì in una luce
abbagliante, finalmente felice, finalmente libera di passare oltre.
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