Buonsalve
e buon inizio settimana a tutti!
Ieri sono
stata al castello di Rivarolo per una presentazione di Amon. La location era
davvero meravigliosa e ovviamente mi ha aiutata a trovare l’idea per un nuovo racconto. ^,.,^ Buona lettura!
Ero un uomo
ricco una volta, appartenente a una famiglia nobile molto potente. Vivevamo in
un castello nel nord della Scozia, circondati da servitori e dal rispetto dei
nostri pari.
Ero
cresciuto sentendo mio padre ripetermi che un uomo, per potersi definire tale,
doveva saper cacciare. Credo che per lui che le prede fossero uomini o animali
non facesse molta differenza.
La prima
volta che mi portò a caccia nei boschi, però, non credo si aspettasse la mia reazione. Non mi ero mai
inoltrato così tanto nella foresta e ne
rimasi a dir poco affascinato.
I rumori
e i profumi intensi, la luce che filtrava tra le fronde... Tutto mi trasmetteva
una sensazione di pace profonda che non avevo mai provato prima. Mi ero sempre
sentito stretto nei panni del "nobile William".
Ero
sempre stato un tipo dal carattere ribelle, le nutrici dicevano quasi
selvatico. Nel momento in cui tesi il mio arco invece, divenni calmo e
distaccato. Tutto attorno a me sembrò svanire. C'ero solo io e il
cervo davanti ai miei occhi.
Il tempo
di un battito di cuore e di un respiro trattenuto poi scoccai la mia freccia
che trafisse la mia preda in un occhio. L'animale stramazzò a terra mentre accanto a me mio padre esultava, gonfio
d'orgoglio.
Non
immaginava certo che da allora avrei colto ogni occasione per fuggire e andare
a caccia nei boschi per poi regalare le mie prede agli abitanti del villaggio
nei pressi del castello.
Negli
anni successivi ne ricevetti di punizioni per la mia irrequietezza.
Mio padre
diceva che ero una croce per lui. Di sicuro odiava il mio modo di essere anche
se non aveva ancora subito dal proprio figlio maggiore la sua "più grande delusione".
Era in
punto di morte, stanco e debilitato da una lunga malattia, quando mi chiamò al suo capezzale. - Figlio - mi disse. - presto toccherà a te governare queste terre, ma il mio cuore non é in pace. Non sei il primogenito che avrei voluto. La tua
sconsideratezza....
-
Tranquillo padre. - lo interruppi, sorridendogli. - Quando voi sarete morto,
rinuncerò al mio titolo in favore di
mio fratello. Non ci tengo a diventare come voi.
Non ebbe
nemmeno il tempo di esternare il disgusto che gli si leggeva sul volto. Morì un attimo dopo che gli comunicai la mia scelta.
Nonostante
tutto fui felice di avergli finalmente detto ciò
che provavo davvero.
Anche
adesso, mentre incocco nuovamente una delle mie frecce, non posso fare a meno
di sorridere.
Non ero
fatto per essere un nobile. La foresta era la mia casa e lo sarebbe stata per
sempre.
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