Buonsalve,
amici!
Questo
racconto è scritto per tutte quelle che da piccole sognavano di diventare
principesse (io da piccola desideravo diventare Sailor Moon quindi vi lascio
immaginare XD ), ma che come me hanno scoperto col tempo che è molto meglio
essere… qualcos’altro ;)
Molto meglio
(racconto n.61)
Quando
ero piccola volevo diventare una principessa. Ne ero così convinta che a ogni occasione
facevo i capricci per poter indossare una piccola coroncina di plastica che i
miei genitori mi avevano regalato per il mio quinto compleanno.
Ero
una di quelle bambine che sognavano il principe azzurro e che immaginavano come
sarebbe stato il loro vestito da sposa.
Lo
ammetto ero anche davvero testarda. Non solo infatti mi vestivo come una
principessa, ma mi comportavo anche come tale pretendendo non solo di essere
servita e riverita, ma che tutti mi trattassero col dovuto rispetto.
Questo
ovviamente non fece che rendermi vittima delle prese in giro di tutti i miei
compagni. C’erano due bambine in particolare che non facevano altro che farmi
scherzi orribili e di pessimo gusto. Una volta sono arrivate perfino a mettermi
una rana nello zaino per poi dirmi che se ero davvero una principessa potevo
benissimo baciarlo e trasformarlo in principe.
Non
smisero nemmeno al liceo, quando ormai le mie fantasie di diventare una principessa
avevano ceduto il posto alla realtà. Mi chiamavano “la principessa sul pisello”
e non certo in riferimento alla favola.
Un
giorno però non resistetti più. I loro soprusi, gli scherzi continui, la nomea di
ragazza facile che avevano diffuso alle mie spalle… ogni ora passata al liceo
era diventata un vero inferno a causa loro. Poi però, quel fatidico giorno,
qualcosa cambiò dentro di me.
Sentii
un’energia nuova, una forza che dal mio petto si estendeva in tutto il corpo.
Eravamo
in corridoio, durante la pausa a metà mattinata e loro si stavano già
avvicinando pronte a giocarmi uno dei loro soliti scherzi.
Quando
quell’energia traboccò mi ritrovai a desiderare che il secchio d’acqua che il
bidello stava usando per pulire finisse loro in testa.
Sgranai
gli occhi quando vidi il secchio sollevarsi alle loro spalle e rovesciarsi su
di loro inondandole di acqua saponata e sudiciume.
Le
due oche si misero a strillare, attirando gli sguardi di tutti e provocando una
risata generale.
Fu
allora che scoprii il mio potere, quel dono che aveva reso speciale la mia
famiglia nei secoli.
Fu
allora che capii davvero che fare la principessa non era per me.
Era
decisamente meglio essere una strega.
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