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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

una mente deviata

sabato 15 giugno 2013

Buonsalve! Visto che in questi giorni sono stata buona oggi ho deciso di far scorrere un po’ di sangue… nel racconto ovviamente ^,.,^

Una mente deviata
(racconto n.288)


Marcus aveva sempre detestato la gente. Non la sopportava per la sua ipocrisia, la sua arroganza e l'ottusità con cui vivevano le loro patetiche esistenze.
Spesso si era ritrovato a passare per le vie del centro immaginando le persone attorno a lui con la gola squarciata e i volti sfregiati da cocci di vetro che gli uscivano dalla carne.
Ogni volta che veniva preso da quelle sue fantasie si ritrovava a sorridere mentre un brivido di eccitazione gli attraversava il corpo.
C'era solo una persona che Marcus non odiava: la sua dolce vicina Lana. Per lui, lei era come un angelo, un'eccezione in quel mondo marcio fatto di viscidi vermi striscianti.
L'amava e la venerava come una Dea in terra e approfittava di ogni scusa per poter andare a parlarle. La sua gentilezza e la sua dolcezza lo facevano ben sperare. Di sicuro anche lei doveva essersi accorta di lui, di quanto fosse diverso dalla feccia che li circondava. Una mattina suonò alla sua porta con l'ennesima scusa. Rimase a dir poco sconvolto quando si ritrovò davanti un uomo in mutande con l'aria scompigliata e assonnata.
- Ha bisogno di qualcosa? - gli chiese, ma Marcus non rispose. Con gli occhi sgranati, si girò e tornò nel suo appartamento.
Si ripresentò poco dopo a casa della ragazza e quando lui aprì di nuovo la porta gli piantò un coltello da cucina nel petto.
L'uomo barcollò e Marcus si fece avanti  affondandogli il coltello in gola più e più volte.
All'improvviso le urla di Lana lo scossero. Alzò la testa verso di lei e una lacrima gli rigò il viso. - Tu... Tu eri pura... Bellissima... Perché hai lascito che lui ti toccasse? Perché ti sei sporcata con un verme del genere?
Lana iniziò a terrorizzata.
Marcus avanzò verso di lei, il coltello ancora stretto in mano. - Mi sbagliavo su di te. Mi sono sempre sbagliato.
Non le diede nemmeno il tempo di urlare.  Si avventò su di lei, atterrandola e iniziando colpirla, a tagliare e a strapparne la carne fino a quando non fu completamente ricoperto del suo sangue.
Si alzò lentamente e rimase a guardare il corpo della donna con disgusto. Lei era uguale a tutti gli altri: una piaga che come tale andava debellata.


Pubblicato da Unknown alle 15:17  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

bello e sanguinolento! ma come si può non pensare che tu sia non sia buona... a fare una strage?!
<3

15 giugno 2013 alle ore 16:09  

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