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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Un dono di morte

domenica 16 giugno 2013

Buonsalve! Anche oggi un racconto non proprio “allegro” (so che ad alcuni non piacerà, ma prometto di tornare presto a scrivere qualcosa di più ottimista. Buona lettura!

Un dono di morte
(racconto n.289)

Lucas era un uomo d’affari che poteva dire con fierezza di aver avuto tutto dalla vita. Era cresciuto in una famiglia benestante che lo aveva educato nelle migliori scuole e che non gli aveva mai negato niente. Da parte sua non aveva mai approfittato di tutta la libertà che gli era stata data. Non si era mai drogato, mai guidato ubriaco e soprattutto era cresciuto con una consapevolezza e un rispetto per il denaro e il lavoro inusuali che lo avevano spinto a impegnarsi prima nello studio e poi nel lavoro per costruirsi da zero un’eccellente carriera.
Nell’animo di Lucas però c’era un’ombra, un’inquietudine che non era mai riuscito a reprimere.
Tutto iniziò con Caroline. Bella ed elegante, era la ragazza più popolare al campus universitario. Si erano trovati fin da subito e avevano iniziato a uscire insieme. In pochi mesi divennero la coppia d’oro dell’università, i perfetti fidanzatini che tutti invidiavano e ammiravano.
Poi però un ubriaco distrusse tutto il suo mondo. Venne loro addosso mentre stavano rientrando a casa in macchina. Lui non si fece niente. Caroline morì sul colpo.
Quella notte tutte le sue certezze crollarono e quell’ombra dentro di lui cominciò a crescere diventando ogni anno sempre più grande e opprimente.
Poi un giorno Lucas capì che per liberarsi di quell’ombra doveva assecondarla. Doveva dare sfogo a quell’istinto fatto di rabbia e dolore che stava ribollendo dentro di lui. Per questo il terzo anniversario della morte di Caroline decise di andare in un bar. Passò lì tutta la notte finché all’improvviso non vide un uomo alzarsi e barcollare verso l’uscita. Lasciò passare un paio di minuti, pagò i drink che aveva bevuto e si alzò con passo sicuro e deciso. Raggiunse l’uomo in un vicolo e lo seguì fino alla sua macchina.
Lo vide sollevare le chiavi con mano tremante e aprire lo sportello. Si avvicinò lento poi, prima che l’uomo potesse voltarsi, gli mise attorno alla gola un lungo filo da pesca.  Strinse e strinse con tutte le sue forze, rimanendo impassibile nel vedere l’uomo contorcersi e dimenarsi mentre moriva soffocato. Provando un’intima soddisfazione quando lui crollò a terra esanime.
Rapido, eliminò ogni possibile prova che potesse ricollegarlo all’omicidio e se ne andò. Quello fu solo il primo di numerosi doni che fece alla sua Caroline. In giorni diversi e in posti diversi, periodicamente dava sfogo a quell’ombra che si nascondeva dentro di lui, perfetto e preciso, impeccabile come lo era sempre stato nell’onorare ciò che la vita gli aveva dato.


Pubblicato da Unknown alle 08:40  

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