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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il disonore di uno Spartano

giovedì 27 giugno 2013

Buonsalve! Ho scritto questo racconto perché… beh… è il racconto numero 300! XD

Il disonore di uno spartano
(racconto n.300)

Combattere. Astinos era stato cresciuto per questo, per  essere il più forte e trionfare o morire in battaglia. Fin da piccolo era stato addestrato, aveva sudato e sputato sangue per essere all’altezza, per poter diventare un vero uomo, un vero Spartano. Aveva irrobustito il suo corpo,  sviluppato tanto i muscoli quanto la sua intelligenza e imparato a combattere al fianco dei suoi compagni come se avessero un solo corpo e una sola mente.  Era sempre stato convinto che tutta la sua vita si sarebbe fondata su quello, che avrebbe dedicato tutta la sua esistenza alla guerra.
Un giorno si trovava immerso nell’eccitazione di una battaglia, euforico mentre con la sua lancia mieteva cadaveri per soddisfare la propria sete di sangue. All’improvviso però si bloccò.
Davanti a lui infatti c’erano le donne più belle che lui avesse mai visto. Vestite solo con pochi veli semitrasparenti, ognuna di loro aveva corpi formosi e labbra che sembravano aspettare solo di essere baciate. Attorno a lui la battaglia continuava a imperversare, il sangue scorreva a fiumi e i suoi compagni invocavano il suo nome per poter riformare la falange.
Astinos mosse appena gli occhi verso di loro poi tornò a concentrarsi sulle splendide donne davanti a lui che lo fissavano con sguardi languidi e seducenti. Cercò di concentrarsi, di far riaffiorare ciò che lo aveva sempre spinto a mettere l’arte della guerra prima di tutto.
All’improvviso una delle ragazze si avvicinò e lo prese per mano accompagnandolo in mezzo alle altre. Lo Spartano rivolse un ultimo sguardo ai suoi compagni  poi, con una scrollata di spalle, tornò a concentrarsi sulle splendide donne attorno a lui. Le accarezzò, toccando i loro corpi morbidi, godendo del loro calore finché all’improvviso una fitta di dolore al ventre non lo fece sussultare. Sconvolto, guardò la lama affondata nella sua carne e il sorriso della donna che lo aveva trafitto. In un attimo tutte le altre le furono addosso, colpendolo e straziandolo, ridendo del suo dolore e della sua agonia.  Una lacrima gli rigò il volto nel rendersi conto che sarebbe morto così, nella vergogna e nel disonore di aver tradito se stesso per dato retta alle sue parti basse.




Pubblicato da Unknown alle 16:54  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

ehm questo a Sparta doveva fare un lavoro di tipo interinale, con contratto a termine... bel racconto, davvero! :D
caustico e abrasivo :D
<3 <3 <3 <3 <3 <3 <3

27 giugno 2013 alle ore 17:11  

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