skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ▼ 2013 (243)
    • ► agosto (31)
    • ► luglio (31)
    • ▼ giugno (30)
      • Una storia d'amore
      • Lo sciopero del protagonista
      • Odio le poste
      • Il disonore di uno Spartano
      • Il bello della bestia
      • Toccare il fondo
      • Quasi impossibile
      • Il bambino
      • Un'amica inaspettata
      • Non può piovere su internet
      • La verità è che non l'ha uccisa abbastanza
      • L'ennesimo fallimento
      • Una cosa inspiegabile
      • Provocazioni
      • Un dono di morte
      • una mente deviata
      • L'orsacchiotto
      • La bolla di sapone
      • Infetta
      • Resurrezione
      • Sotto la terra incandescente
      • Gelida vendetta
      • L'inizio di un'avventura
      • Ritrovare una passione
      • Due di un uno
      • Lasciarsi andare
      • Una brillante carriera
      • Un buon soldato
      • Lo schianto
      • Tormentato
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ► 2012 (122)
    • ► dicembre (31)
    • ► novembre (30)
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

Gelida vendetta

domenica 9 giugno 2013

Buonsalve! Una gelida vendetta che potrebbe far passare a molti ragazzi la voglia di tradire… spero…
Fortuna per il mio ragazzo che on è un tipo capace di fare brutti scherzi ;)

Gelida vendetta
(racconto n.283)

Freddo... il freddo era l’unica cosa che Max riusciva a percepire. Non poteva credere di essere finito in quella situazione, di trovarsi in quella situazione di merda senza un motivo ben preciso. O meglio un motivo c’era ed era un pazzo sadico e spietato del quale lui non conosceva nulla. Si trovava nell’ascensore del palazzo in cui lavorava, pronto a tornare a casa dopo una nottata di straordinari davvero snervante.  All’improvviso uno strano fumo si diffuse per la cabina e Max iniziò a sentirsi stanco e stranamente debole. Quella fu l’ultima cosa che era in grado di ricordare.  Si svegliò infatti dopo un tempo indefinibile in quella che sembrava essere una cella frigorifera. Subito il freddo lo travolse facendogli perdere la sensibilità alle dita. – Ehi! – urlò. – Che succede? Qualcuno mi aiuti!
Non seppe per quanto tempo rimase lì a muoversi per la stanza nel tentativo di riscaldarsi, ma pian piano tutto il suo corpo iniziò a intorpidirsi. Si avvicinò alla porta  e iniziò a bussare e ad agitarsi sempre più in preda al panico.
All’improvviso un getto di quello che sembrava essere un liquido refrigerante lo investi congelandogli la parte inferiore del corpo.  Urlò terrorizzato rendendosi conto di avere le gambe ghiacciate e che ormai non era più nemmeno in grado di muoversi. All’improvviso la porta si aprì rimanendo leggermente socchiusa. Un attimo dopo, un altro getto lo colpì al torace congelandolo fino alla gola.  In quel momento, una figura incappucciata e vestita con una grossa tuta entrò nella cella. Nella mano stringeva un grosso martello. Max sentì crescere il panico quando l’uomo lo sollevò.
Il rapitore lo colpì alla mano destra che si sbriciolò come un cubetto di ghiaccio sanguinolento.
Max iniziò a urlare e  piangere. Le sue grida si fecero ancora più strazianti quando lui gli frantumò anche l’altra mano. –Basta ti prego… io… io non ti ho fatto niente… ti supplico fermati…
Il rapitore allora si tolse la maschera rivelandosi essere una donna di circa quarant’anni che Max conosceva fin troppo bene.  – Lara ma… tu… tu…
- Hai tradito la donna sbagliata, stronzo.
Quelle furono le ultime parole che Max sentì prima che lei lo colpisse con tutte le sue forze al torace facendo piombare su di lui un abisso di vuoto e di gelo.




Pubblicato da Unknown alle 10:29  

0 commenti:

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License