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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Odio le poste

venerdì 28 giugno 2013

Buonsalve! Ho scritto questo racconto perché nell’ultima settimana sono andata in posta almeno tre volte al giuorno ç,.,ç. Non ne potevo più!

Odio le poste!
(racconto n.301)

Io odio andare alle poste. Trovo snervante il dover aspettare davanti a tanti, irritanti sconosciuti di trovarsi di fronte a un arrogante idiota che pensa di poterti rubare tempo ed energia facendo finta di lavorare.
Il mio problema è che sono costretto ad andarci spesso per spedire pacchi e raccomandate per il mio datore di lavoro. Ogni volta poi finisco sempre col dover interagire con l’essere più irritante della terra: un ciccione saccente e arrogante che sembra divertirsi a farmi aspettare le ore e a costringermi a ripetere la fila per ogni minima imperfezione.  Lo odiavo. Io lo odiavo quasi quanto questa mia vita di merda fatta solo per obbedire e aspettare.
Stamattina però le cose erano diverse. Sono andato preparato, pronto ad affrontare quello stronzo.
Sono entrato in posta con una sicurezza che non avevo mai avuto, ho preso il numero e mi sono messo a sedere, osservando con attenzione la gente attorno a me.
C’era una vecchietta dall’aria stanca e depressa che forse, come ogni mese, sperava nel miracolo di trovare qualcosa in più nella sua pensione. Dietro di lei, un ragazzo dall’aria annoiata aspettava paziente il suo turno di poter pagare una bolletta per la quale avrebbe quasi digiunato per tre giorni. Poco più in là, un uomo discuteva animatamente il cellulare, lanciando occhiate impazienti al tabellone dei numeri.
Dopo un’attesa  in apparenza interminabile finalmente arrivò il mio turno. Fortuna volle che mi ritrovai allo sportello gestito al mio idiota nemico. Gli consegnai la raccomandata da spedire e lui la controllò con la sua impassibile, irritante saccenza. 
All’improvviso alzò gli occhi verso di me.
Sapevo che stava per indicarmi l’errore che avevo volutamente commesso nel compilare il modulo.
Quando aprì bocca feci la mia mossa. In un attimo estrassi la pistola che tenevo nascosta dietro la schiena e gli sparai un colpo in piena fronte.
Subito la gente attorno a me iniziò a urlare e a scappare. Io però mi sentivo soddisfatto.
Avevo posto fine alla vita di quell’idiota. Ora non restava che fare lo stesso con la mia.



Pubblicato da Unknown alle 18:17  

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