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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

La bolla di sapone

giovedì 13 giugno 2013

Buonsalve! Ho pensato di scrivere un racconto con una bolla di sapone mentre giocavo con la cuginetta del mio ragazzo. L'idea di base é stata: come sarebbe vedere il mondo attraverso una bolla?

La bolla di sapone
(racconto n.286)

Marie aveva otto anni e da due viveva all'interno di una bolla di sapone. Suo padre, un famoso scienziato, ne aveva creata una indistruttibile per lei, una bolla in grado di fornirle tutto ciò di cui aveva bisogno attraverso complessi processi chimici.
Da quando era entrata nella sua bolla, il mondo per Marie era diventato un posto meraviglioso. Tutto attorno a lei brillava come se fosse fatto di cristallo e quando il sole splendeva sulla bolla, ogni colore diventava cangiante e alla piccola sembrava di trovarsi circondata da un magico arcobaleno.
Marie visse felice nella sua bolla per molto tempo, ma un giorno qualcosa turbò la sua pace perfetta.
Mentre faceva una passeggiata con sua madre, saltellando allegramente nella sua casa rotonda, vide un gruppo di bambini che giocavano a palla. 
Dapprima lanciò uno sguardo intimorito alla mamma, ma quando quella le rivolse un sorriso incoraggiante e le fece cenno di andare, decise di farsi avanti.
Si avvicinò timidamente ai bambini che le rivolsero sguardi stupiti. Alcuni iniziarono a sghignazzare e a parlottare tra loro finché quello che sembrava essere il più grande non diede loro una sberla dietro la nuca intimandoli di smettere.
- Scusa se hanno riso di te. - disse il bambino raccogliendo la palla da terra per poi porgerla a Marie. - Io mi chiamo André. Giochi con noi?
Lei sorrise entusiasta, ma quando tese le mani per prendere la palla non riuscì ad afferrarla a causa della sua bolla.
Riprovò e riprovò suscitando sempre più le risate degli altri bambini. Alla fine lanciò uno sguardo disperato ad André e corse via in lacrime.
Sconvolta da quanto era successo, Marie andò dal padre e gli chiese di liberarla dalla sua bolla. 
- Ma... Piccola, mi hai sempre detto di essere felice di vivere lì dentro. Perché adesso vuoi liberartene?
Marie singhiozzò e si asciugò le lacrime che ancora le bagnavano il viso. - Perché non voglio avere una bolla se non posso nemmeno giocare con gli altri.
Il papà poggiò una mano sulla bolla come per accarezzare la guancia della figlia.

Due giorni dopo, Marie tornò nel parco dove ritrovò André e i suoi amici. All'improvviso, uno di loro lanciò il pallone un po' troppo lontano nella sua direzione e lei lo afferrò dirigendosi verso di loro.
Con un sorriso lo porse ad André. - Posso giocare con voi?
Il bambino le sorrise di rimando. - Con molto piacere! 

   

Pubblicato da Unknown alle 18:10  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima, di una gentile e tenera poesia.
Nessun uomo è un'isola, e nessuno deve rinchiudersi nella propria bolla o sotto una bella campana di vetro.
SEi un mito <3

14 giugno 2013 alle ore 10:37  

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