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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Lo schianto

domenica 2 giugno 2013

Buonsalve! Un racconto ispirato al “mito” dell’area 51. Dite che lì li tengono davvero gli alieni? XD

Lo schianto
(racconto n.275)

Non sapeva come si fosse ritrovato lì, solo in mezzo al deserto. Che fine avevano fatto i suoi compagni? Che cos’era accaduto?  Quando aveva aperto gli occhi si era ritrovato riverso a terra con metà del visto completamente sporco di sangue. Si era alzato e aveva iniziato a vagare senza meta cercando di ricordare cosa gli fosse successo. All'improvviso ricordò le risate e le parole scambiate con i suoi amici durante l’inizio del loro viaggio. Erano così entusiasti di poter partire per quell’avventura che avrebbe permesso loro di entrare in contatto con civiltà nuove e affascinanti. Dov’erano loro? Erano riusciti a sopravvivere?
Alzò gli occhi al cielo limpido e all’improvviso un nuovo lampo di memoria gli riportò alla mente quell’ultimo momento. Erano quasi arrivati a destinazione quando all’improvviso il loro velivolo iniziò a sussultare.  Un botto improvviso, uno squarcio nello scavo ed ecco che il mezzo iniziò una brusca picchiata fino a schiantarsi. Iniziò a gemere e a piangere, terrorizzato dall’idea che i suoi compagni potessero essere morti. All’improvviso dei rombi in lontananza attirarono la sua attenzione. Alcuni mezzi pesanti superarono le dune e lo circondarono. Terrorizzato, si guardò attorno mettendosi sulla difensiva.  Era però troppo debole per riuscire a difendersi dalle creature bipedi che uscirono da quelle strane macchine. Quegli esseri gli lanciarono addosso pesanti reti di metallo e lo stordirono con forti scariche elettriche senza che lui potesse opporre resistenza.
Ormai allo stremo, si accasciò a terra e osservò inerme quegli essersi stringersi attorno a lui.
Il traduttore universale che aveva impiantato nella corteccia cerebrale si azionò nel momento in cui uno di loro si portò alla bocca quella che sembrava essere un’antiquata trasmittente.
- Ne abbiamo trovato un altro. – disse la creatura. – Sì… Nevada… stessa area del deserto…   Questa volta però abbiamo una svolta: ne abbiamo trovato uno vivo.
Nel capire quelle parole,  non riuscì a trattenere un gemito di dolore. I suoi compagni erano morti e lui era solo, prigioniero e inerme in quell’ostile pianeta alieno.

   

Pubblicato da Unknown alle 13:44  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Da vecchio infognato di fantascienza, da trekker accanito e da X-philer impenitente e non pentito, ti dico solo una cosa... GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!! <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3
ma nooooo, cosa vuoi che ci sia nel deserto del Nevada? ma l'ultimo film di Indiana Jones non t'h proprio insegnato nulla?
Non c'è assolutamente niente (di buono).
E' tutto conservato in un'area nascosta del pentagono, dove sono stati inoltre trasportati tutti i reperti fino a questo momento reperiti, compreso l'unico contatto alieno su suolo italico avvenuto ancora ai tempi di Giulio Cesare, come riportato nel "De bello gallico".
Ah ovviamente Roswell è solo fumo negli occhi, un classico esempio di falsa bandiera, per mescolare le carte in tavola del primo contatto alieno stabilito dal geniale Nikola Tesla :D
ma davvero non le sapevi sti segreti di Pulcinella? ahhhh cara ragazza, regina dei demoni sicuramente, ma fantascientifica, lascia fare all'Astrofilosofo tuo amico, mia dolce Scully :D

3 giugno 2013 alle ore 10:34  

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