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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

L'ennesimo fallimento

mercoledì 19 giugno 2013

Buonsalve! Un racconto sui fallimenti e sui gesti estremi ai quali la depressione e il dolore possono portare.
Buona lettura!

L'ennesimo fallimento
(racconto n.292)

Cristina si era sempre sentita invisibile. Aveva sempre avuto l’impressione che per quanto cercasse di parlare agli altri la sua voce restasse sempre e comunque inascoltata. Infondo perché avrebbero dovuto ascoltarla? Lei non aveva mai combinato molto nella vita. Ci aveva provato, sì, ma ogni volta che tentava di portare a termine qualcosa finiva puntualmente con un  completo fallimento.
Col tempo e le delusioni aveva finito col cadere in depressione e col convincersi di non valere niente, che il motivo per cui continuava a fallire e a sentirsi così sola, distante dalle poche amicizie che era riuscita a crearsi, fosse che infondo non meritava niente dalla vita.
Pian piano cominciò a isolarsi sempre di più tanto che a un certo punto iniziò a passare tutte le giornate chiusa in casa senza entrare in contatto con anima viva. Quando alla fine si decise a uscire si rese conto di essere diventata davvero invisibile.  Nessuno la vedeva, né il cameriere del bar nel quale era andata per fare colazione né i commessi del supermercato o i cassieri con i quali chiacchierava sempre quando andava in banca. Nessuno le parlava e anche quando la guardavano sembrava che stessero sempre fissando qualcosa alle sue spalle.
Dopo tutta la mattinata passata a farsi notare, Cristina decise di tornarsene a casa. Quella ormai era la storia della sua vita. Perfino farsi vedere era diventato impossibile per lei.
L’ennesimo fallimento dal quale probabilmente non si sarebbe mai potuta riprendere. Si trascinò nel suo appartamento, barcollando come se fosse ubriaca mentre la sua mente pian piano si perdeva in pensieri cupi e tristi ricordi. Senza quasi rendersene conto si trovò nel suo salotto e si sedette in poltrona.
Rimase per un po’ immobile poi girò la testa e fissò il proprio corpo riverso sul divano, il vomito che le colava da un angolo della bocca e il flacone di pasticche ancora in mano.
Si guardò per un attimo poi tornò a fissare il vuoto.
L’ennesimo fallimento dal quale però non si sarebbe mai più ripresa.





Pubblicato da Unknown alle 14:09  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo! Davvero...
Una condizione in cui tutti versiamo. Io, per esempio, ormai mi sono abituato ai fallimenti :D :D :D
Però non sono ancora del tutto diventato invisibile... anche se composto di bit <3

19 giugno 2013 alle ore 15:46  

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