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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Toccare il fondo

martedì 25 giugno 2013


Buonsave! Un racconto su ciò che vuol dire toccare il fondo. Buona lettura!

Toccare il fondo
(racconto n.298)

Jack era sempre stato un uomo calmo e posato, uno che valutava ogni azione e che faceva sempre attenzione alle conseguenze. Un giorno però, mentre tornava a casa dal lavoro, un gatto sbucò da un cespuglio e si immobilizzò in mezzo alla strada. Non riuscì a sterzare in tempo e lo investì. Sconvolto, Jack scese dalla macchina e rimase per un po’ a fissare la carcassa del felino. In quel momento qualcosa scattò in lui. Si rese conto infatti che la vista di tutto quel sangue non lo infastidiva, ma gli faceva provare un brivido del tutto inaspettato. Da quel giorno Jack visse unicamente per ricercare di quel brivido. Smise di calcolare e valutare ogni rischio, iniziò a comportarsi in maniera violenta e aggressiva. In pochi mesi perse il lavoro e passò una notte in prigione per aver provocato una rissa in un pub.   Tutto quello però non bastava. Jack voleva ricreare il brivido provato alla vista del cadavere maciullato del gatto anche a costo di toccare davvero il fondo. Ogni scusa divenne buona per iniziare a fare a botte con qualche conosciuto che fosse un ubriaco in un locale o un passante che incrociava per strada. Niente però sembrava bastare. Un giorno vide un senza tetto al lato di una strada. Non ci pensò un attimo: iniziò a colpirlo e a colpirlo, ignorando le sue suppliche e i suoi lamenti mentre un’esaltante euforia s’impadroniva di lui. Eccolo… c’era quasi, lo sentiva. Lo lasciò in mezzo alla strada sanguinante, non ancora del tutto soddisfatto. Da allora si accanì su molti senza tetto non sapendo che, il mese successivo, sarebbe stato sfrattato e si sarebbe ritrovato egli stesso in mezzo alla strada.
.  La prima notte che passò per strada, però,  si ritrovò circondato da un gruppo di senza tetto che all’inizio non riconobbe.  In un attimo, questi iniziarono a malmenarlo, colpendolo ripetutamente con bastoni e sbarre di metallo.
Per un momento il mondo attorno a Jack divenne un vortice di oscurità e dolore poi, all’improvviso, una fitta più acuta sovrastò tutto il resto.
Con la mano si tastò il petto. Un pezzo di metallo lo attraversava da parte a parte. I senza tetto si allontanarono di corsa e lo abbandonarono in mezzo alla strada.

Jack si trovò a sorridere mentre moriva su un marciapiede lurido, in mezzo alla sua stessa urina. L’eccitazione della morte che sovrastava ogni cosa… Bellissima… perfetta…  esattamente ciò che lui stava cercando: quel brivido estremo che solo la morte di chi ha toccato davvero il fondo può dare.


Pubblicato da Unknown alle 13:48  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

tarantiniano... bellissimo!

25 giugno 2013 alle ore 14:49  

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