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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Una medium opportunista

sabato 15 settembre 2012

Buonsalve amici!
Questo racconto è nato pensando alle favole Disney e alle loro protagoniste sempre buone, dolci e (quasi) perfette. A un certo punto mi sono chiesta: ma perché la protagonista di una storia non può essere sboccata, bastarda, opportunista e perché no un po' narcisista?
vi avverto che il linguaggio della protagonista è un po' colorito quindi se vi danno fastidio le parolacce è meglio che evitate di leggerlo. ^,.,^


Una medium opportunista
(racconto n. 15)

Clarisse era nata e vissuta a New York. Dal carattere dolce e gentile, aveva…
“Ehi! Ferma! Razza di voce narrante di quart’ordine non ti azzardare ad andare avanti! Chi cazzo è che sarebbe dolce e gentile? Ok, ho capito: se vuoi che qualcuno racconti bene la tua storia devi essere tu a farlo.  Allora prima di tutto vi dirò tre cose di me: la prima è che sono un’opportunista nata. Se posso guadagnare da una situazione state pure certi che non mi farò scrupoli a farlo.
La seconda è che sono una medium e non una di quelle pseudo fattucchiere che giocano a far muovere tavoli e a fingersi possedute. I miei poteri sono reali, concreti e, modestamente, anche parecchio sviluppati. L’ultima cosa che dovete sapere di me è che sono nata e cresciuta nel Bronx quindi non sperate di sentirmi esprimere con un gergo da studente di Oxford del cazzo.
Molti mi definiscono una sorta di consulente. Quando qualcuno ha un problema legato al sovrannaturale è a me che si rivolge.
L’ultimo caso a cui ho lavorato era legato allo spirito di una ragazza. Il mio cliente era James Lang, un avvocato che, a quanto sembrava dal suo completo Armani, doveva spassarsela alla grande a Manhattan. Una testa di cazzo, ma visto che pagava bene potevo anche sorvolare sulla cosa.
A quanto sembrava quando si era trasferito nel suo super attico, l’agente immobiliare si era casualmente dimenticato di dirgli che al suo interno era morta una ragazza in maniera violente. Non solo il suo spirito abitava ancora lì, ma si era anche invaghito del mio cliente.
La ragazza in effetti aveva l’abitudine di apparirgli soprattutto di notte, impedendogli di dormire e mettendogli sottosopra la stanza.  Ultimamente era arrivata anche ad aggredirlo con violenza ogni volta che portava a casa una donna. Per questo James aveva deciso di rivolgersi a me, dandomi perfino un corposo anticipo e promettendomi che se lo avessi liberato di lei mi avrebbe pagata tre volte tanto.
Come rifiutare visto che solo l’anticipo corrispondeva al mio normale onorario?
Quando entrai per la prima volta in contatto con lo spirito però capii che c’era qualcosa che non andava. La ragazza non era innamorata. Sembrava solo molto, molto arrabbiata. Appena si manifestò completamente capii cos’avrei dovuto fare.
Un paio di giorni dopo raggiunsi la stanza di albergo in cui il signor testa di cazzo si era trasferito per farmi fare il mio lavoro.
- Allora l’ha mandata via? – mi chiese. Era bravo a nascondere il proprio nervosismo, ma quando scopri certe cose alcuni dettagli ti saltano notevolmente all’occhio. Come ad esempio il modo in cui si aggiustava il colletto della camicia ogni volta che mi vedeva.
- Ormai è tutto finito. Non la disturberà più. – lo rassicurai.
L’uomo sorrise. – Se è così credo si sia meritata il suo compenso. – disse tirando fuori il libretto degli assegni. Lo vidi firmare con una certa soddisfazione. Proprio mentre stava riponendo la penna qualcuno bussò alla porta.

 James Lang fu arrestato quella sera stessa per l’omicidio della sedicenne Sarah Patrick. Avevano passato una notte insieme in seguito a una festa a casa di amici comuni. Quel coglione neanche si era premunito di chiederle quanti anni avesse prima di farsela. Ovviamente una volta capito che era minorenne aveva perso la testa. Sarah però non si era arresa. Aveva perseguitato il sui assassino fino al momento del nostro incontro. Fu lei a mostrarmi dove l’uomo aveva nascosto il suo corpo e a fornirmi tutte le prove necessarie che poi io avevo prontamente consegnato alla polizia. Prima che gli agenti lo portassero via, gli sventolai il suo assegno sotto il naso.
- La prossima volta che ti capita di incontrarne uno, ricordati che i fantasmi hanno sempre qualcosa da dire, coglione! – lo sfottei. – Comunque grazie per l’assegno. Farò buon uso dei tuoi soldi.
 Fu uno dei lavori più soddisfacenti che avessi mai avuto.
Lo so, forse non era stato molto corretto far arrestare il mio cliente ma sapete, ci sono cose che vanno fatte per una pura e semplice questione di morale. Sarò anche sboccata, opportunista e un po’ stronza, ma se dovessi diventare un fantasma a causa di un rimpianto o di un senso di colpa dove cazzo la trovavo un’altra medium brava come me in grado di salvare il mio bellissimo culo ectoplasmatico?”




Pubblicato da Unknown alle 14:09  

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