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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Rivale allo specchio

martedì 11 settembre 2012

Buonsalve amici!
Finalmente al Lupo si sta tornando alla normalità e ho anche un po' più di calma per scrivere. 
 Questo racconto è nato dall'ispirazione di un momento. Ieri sera mi è venuta in mente la prima frase e da lì ho costruito tutta la storia di Jenna e Nicole.
Spero vi piaccia ^,.,^


Rivale allo specchio
(racconto n.11)

A volte la vita è ingiusta, Jenna questo lo sapeva bene, ma non riusciva a credere che lo fosse a tal punto.  Lei aveva sempre cercato di comportarsi correttamente, di andar bene tanto nella scuola quanto nello sport e di non creare problemi eppure sua sorella non faceva che perseguitarla, facendola sentire inadeguata anche solo con uno sguardo.
Sebbene fossero gemelle, Nicole era quella perfetta, quella che non aveva bisogno di impegnarsi per riuscire cosa che la faceva sentire in diritto di criticare Jenna in tutto.
Anche adesso che si stava spazzolando i capelli rossi, Nicky la guardava con biasimo.
- Smettila di fissarmi. – si lamentò Jenna. – Mi dai fastidio.
Lei però continuò a guardarla con quel suo sorrisetto irritante che sembrava dirle: “Ma guarda quanto sei patetica. Avremo anche lo stesso viso, ma non  sarai mai alla mia altezza.
- Ti ho detto di smetterla! – urlò la ragazza lanciando la spazzola contro lo specchio che andò in frantumi.
- Non dovresti fare così. – disse una donna dai lunghi capelli scuri avvicinandosi.
- Mia sorella non vuole lasciarmi in pace! – frignò Jenna. – Mi guarda e mi critica sempre! Dille di smetterla, ti prego!
La donna sospirò. – Lo sai che non è vero.
- Si invece! – insistette la ragazza iniziando a tremare. –Lei mi giudica. Sempre e comunque.  Mi prende in giro dicendomi che non sarò mai brava quanto lei.
- Sta tranquilla. – la rassicurò la donna, accarezzandole i capelli e porgendole un bicchierino bianco. – Nessuno ti giudica, te lo assicuro.
Jenna svuotò il bicchierino in un attimo. – Allora puoi dire a Nicole di smetterla di guardarmi? – supplicò mentre uno strano torpore s’impadroniva di lei.
- Tu sei Nicole non Jenna. – disse la donna, paziente.
La ragazza corrugò la fronte. Per un attimo rivide il corpo di sua sorella riverso nella vasca piena di sangue, i polsi tagliati in profondità da un rasoio. – Oh… è vero. Ma se io sono Nicole allora devo essere morta.
L’infermiera la guardò sempre più sconsolata. – Tesoro, è Jenna ad essere morta. Si è uccisa, ricordi?
Ormai però, Nicole non la sentiva più.
In preda a uno dei suoi soliti attacchi, si era messa a fissare il vuoto con un largo sorriso. – Sono morta. Sono morta. Sono morta. Sono…
- Vieni ti riporto nella tua stanza. – si rassegnò la donna.
E mentre l’infermiera la riaccompagnava nella sua camere, la mente di Nicole continuava a perdersi sempre più  nei ricordi del ritrovamento di Jenna, felice nella sua consapevolezza di essere morta.





Pubblicato da Unknown alle 12:40  

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