BUonsalve!
Un racconto nato da un pensiero: se dovessimo incontrare i noi stessi del passato loro sarebbero contenti
di noi? Insomma vedendo ciò che siamo
oggi e le scelte che abbiamo fatto quanto saremmo contenti di noi stessi?
Un incontro col passato
(racconto n.262)
- Si può
sapere che stai facendo razza di cogliona?
Laura
spalancò gli occhi e guardò esterrefatta l’altra se stessa che la osserva con
le braccia incrociate sul petto e un’aria incazzosa che farebbe tremare l’orlo
delle mutante perfino a The Rock.
- Io… veramente…
La sua aria
si fece ancora più accigliata. – Ti rendi conto delle cazzate che stai facendo?
Ti sei fritta il cervello come…
Scuotendo la
testa, Laura portò le mani avanti e le fece cenno di tacere. – No, aspetta.
Fermati un attimo! Primo: chi cazzo sei. Secondo: che diavolo vuoi da me!
L’altra
Laura sbuffò e scosse i lunghi capelli scuri. – Io sono te, idiota. Sono la te
stessa del passato.
- Del futuro
magari. – ribatté la Laura del presente.
- No, del
passato! – insistette lei. – Sei diventata così stupida che non penso ti
passerebbe minimamente per la testa l’idea di tornare indietro per mettere in
guardia te stessa da quello che stai combinando.
La Laura del
presente strinse i pugni, visibilmente offesa da quelle parole. – Che intendi
dire?
-
Guardati... – disse Laura squadrandola dalla testa ai piedi. – Indossi vestiti
firmati che non osi rimettere per due feste di fila perché “sono stati già
visti”, fai delle scenate perché il tuo parrucchiere non ti ha fatto i capelli
perfetti che volevi e hai lasciato un ragazzo splendido che adoravi solo perché
durante il tuo ultimo viaggio “volevi divertirti”.
- Beh che
c’è di male a tenerci al modo di vestire o a pretendere che un parrucchiere che
pago fior di quattrini faccia bene il suo lavoro? – sbuffò la Laura del
presente. – E se proprio vuoi saperlo ho lasciato il mio ex perché di certo mi
avrebbe assillato di telefonate e messaggi durante tutto il viaggio impedendomi
così di godermi la vacanza!
Il volto
della Laura del passato si adombrò di tristezza e delusione. – Io non sono così,
idiota! Non lo sono mai stata e invece tu… tu sei tutto ciò che non vorrei mai
essere. Io non voglio diventare come te, cazzo!
Laura non
sapeva perché, ma quelle parole la colpirono come un pugno in pieno viso. Ricordava
il tempo in cui era come la Laura che aveva davanti, un’ingenua sognatrice che
apparentemente pensava di riuscire ad accettare il fatto di essere un’emarginata
incapace di integrarsi solo per le sue stupide convinzioni.
- Io ero
stanca di sentirmi sempre sola. – disse. – Puoi dire quello che vuoi, ma sai
bene che in passato, o meglio nel tuo presente, noi non eravamo felici.
- Hai
ragione. – ammise lei. – Almeno però eravamo infelici rimanendo noi stesse.
Adesso lo siamo perché non facciamo che fingere.
A quelle
parole, la Laura del presente scoppiò a piangere. Si vergognava di se stessa e
di essersi trasformata in una persona che non aveva mai voluto essere. Una
persona che cambiava se stessa solo per riuscire a farsi accettare.
- Cosa… come
posso…?
La Laura del
passato l’abbracciò infondendole subito una dolce sensazione di pace. – Sta
tranquilla… c’è sempre modo di rimediare, basta volerlo. Non commetteremo gli stessi errori te lo
prometto.
E nel mentre,
nel momento in cui la ragazza del passato svaniva per tornare al suo tempo,
Laura sentì la sua anima farsi molto più leggera e finalmente, dopo tanto
tempo, riuscì finalmente a sentirsi se stessa.