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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

L'armaiolo

domenica 30 dicembre 2012

Buonsalve! Il racconto di oggi nasce dalla mia passione per le armi bianche. Ho una piccola collezione che pian piano sto cercando di ingrandire e che ornano le pareti della mia casa. Per questo lo dedico a tutti quelli che creavano e creano ancora oggi questi splendidi oggetti.

L'armaiolo
(racconto n.121)

Robert aveva un solo scopo nella vita: creare armi. Aveva imparato a forgiare lame fin dalla più tenera età, quando osservava suo padre lavorare nella sua fucina e plasmare il metallo come se fosse burro. Aveva forgiato la sua prima arma a quattordici anni, un pugnale che portava sempre al fianco come un'estensione di se stesso.
Da allora aveva creato spade, pugnali, asce, lance... Qualsiasi tipo di arma che gli veniva richiesta, ognuna a suo modo unica e perfetta.
Col tempo  aveva affinato così tanto la propria arte che in giro cominciò a diffondersi la voce che le sue creazioni non  perdessero mai il filo e restassero sempre perfette e affilate come appena forgiate. Per questo erano in molti a richiedere i suoi servigi. Roberto però aveva delle condizioni per i suoi clienti. Essi infatti dovevano convincerlo di essere adatti alle sue armi. Una  mattina ad esempio si presentò nella sua fucina un uomo possente, dallo sguardo fiero e deciso. 
- Il mio nome Valdin. Ho bisogno di una spada per la mia investitura a cavaliere, mastro Robert. - gli disse. 
L'armaiolo interruppe il suo lavoro e gli lanciò una rapida occhiata. - Non posso forgiare un'arma per te. - rispose.
- Perché? - chiese l'uomo - Posso pagare e bene.
- Non m'interessa il tuo denaro. - tagliò corto lui ritornando al suo lavoro.
Con uno scatto d'ira, Valdin rovesciò a terra alcune lame. - Non ti azzardare a ignorarmi! Sei solo un armaiolo, poco più di un servo agli ordini di chi ti paga e...
Robert però non lo lasciò finire. In un attimo aveva estratto il suo coltello e rapido come una saetta gli aveva puntato la lama alla gola. - Sta attento cavaliere. La lama di questo servo taglia più di quelle di qualsiasi tuo pari.
L'uomo deglutì e se ne andò minacciando vendetta. Robert però non ci badò. Il metallo lo stava chiamando. Aveva una nuova arma da forgiare.

Pubblicato da Unknown alle 11:56  

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel racconto... hai compreso bene lo spirito che anima il buon armaiolo... non deve disonorare la sua arte, dandola in mano ai non meritevoli. Un cavaliere è tale per l'onore che riveste e non per la sua arroganza e prepotenza. Bello, a Tolkien sarebbe piaciuto :D <3

14 marzo 2013 alle ore 14:24  

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