skip to main | skip to sidebar

365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

Archivo del blog

  • ► 2013 (243)
    • ► agosto (31)
    • ► luglio (31)
    • ► giugno (30)
    • ► maggio (31)
    • ► aprile (30)
    • ► marzo (31)
    • ► febbraio (28)
    • ► gennaio (31)
  • ▼ 2012 (122)
    • ▼ dicembre (31)
      • L'Albero Sacro
      • L'armaiolo
      • Il frutto della storia
      • Body Change
      • Il Corvo
      • Emozioni impreviste
      • La lettera di Babbo Natale
      • Yule
      • Gara di merendine
      • Aiuto
      • Il pugile
      • La bambina e lo scheletro
      • Il Vetusto Dani
      • L'arazzo
      • Aiuto reciproco
      • Una parte importante
      • Caduta
      • Sincera amicizia
      • Gitana
      • Reazione
      • Consigli da chef
      • Istinto di sopravvivenza
      • Telefilm
      • Il pendolo
      • Il cacciatore di draghi
      • Lo spirito dell'albero
      • Una nuova me stessa
      • Zombie Raperonzolo
      • Il rogo
      • Storia di due opposti
      • Il gatto nero
    • ► novembre (30)
    • ► ottobre (31)
    • ► settembre (30)

365 Stories from my Head

Istinto di sopravvivenza

lunedì 10 dicembre 2012

Buonsalve! Questo racconto é ispirato al film Cloverfield di J.J. Abrams. Devo ammettere che all'inizio ho sottovalutato molto questo film, ma rivedendolo due giorni fa e leggendo alcune cose su di esso su internet... Beh devo ammettere che un po' di punti li ha guadagnati.

Istinto di sopravvivenza
(racconto n.101)

I palazzi attorno a me crollavano su se stessi riempiendo l'aria di polvere e detriti. Dovevo scappare, correre più forte che potevo e allontanarmi al centro della città.
Ma c'era davvero un posto in cui nascondermi? Potevo davvero sfuggire a quell'orrore?
Pensare che fino a poco tempo prima la mia vita stava procedendo nella sua patetica normalità.
Stavo facendo come al solito colazione con mia moglie e mia figlia, con la prima sempre intenta a ricordarmi che razza di fallito fossi e la seconda che si dedicava alla raffinata arte di ignorarmi. All'improvviso però c'é stato un boato e la terra ha cominciato a tremare.
La casa ci é collassata addosso in pochi secondi.
Ricordo di aver scorto mia moglie mentre cercavo di uscire dalle macerie. Aveva il viso sfigurato e il corpo maciullato dal cemento che l'aveva sepolta viva.
Non ebbi nemmeno il tempo per soffrire della sua perdita. Dovevo trovare mia figlia, sempre che fosse ancora viva, e fuggire da quell'inferno.
Di lei però non c'erano tracce.
Pregai Dio che fosse riuscita a uscire e che stesse bene, sperai di riuscire a ritrovarla all'esterno, ma quando raggiunsi la strada capii che sarebbe stato quasi impossibile.
Una fiumana di gente si stava spintonando nel disperato tentativo di fuggire da ciò che aveva devastato l'intera città. Uomini, donne e bambini correvano disperati, calpestandosi l'un l'altro, travolgendosi e spintonandosi senza pensare a coloro che correvano loro vicino. Alcuni, approfittando del caos, si davano allo sciacallaggio, esultando come bestie affamate ogni volta che mettevano le mani su un nuovo bottino. Sembrava che l'inferno fosse emerso sulla terra e avesse liberato la sua progenie di disperati e dannati.
All'inizio mi mossi in preda alla confusione in quella marea umana, ma un urlo disumano mi scosse dal torpore.
Alzai la testa in cerca della fonte di quel verso mostruoso e lo vidi: una creatura enorme, un mostro che sembrava nato dagli incubi di una mente deviata. Mi vergogno a dire che per un attimo il pensiero di  trovare mia figlia svanì dalla mia mente.
Dovevo correre, dovevo mettermi in salvo. Perché in quel momento c'era una sola cosa che controllava e dominava ogni fibra del mio essere: l'istinto di sopravvivenza.

Pubblicato da Unknown alle 11:08  

0 commenti:

Posta un commento

Post più recente Post più vecchio Home page
Iscriviti a: Commenti sul post (Atom)

Blog Design by Gisele Jaquenod

Work under CC License

Creative Commons License