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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

L'arazzo

martedì 18 dicembre 2012

Buonsalve! Questo racconto mi é venuto in mente leggendo il titolo di un romanzo ovvero "l'arazzo delle anime perdute". Spero vi piaccia ^,.,^

L'arazzo
(racconto n.109)

Nadine osservava l'arazzo appeso alla parete con curioso interesse. Era molto antico, con colori cangianti che sembravano animati da un fuoco liquido. Sulla targhetta del museo c'era scritta la strana leggenda legata ad esso: si dice infatti che fosse stato intessuto da un vecchio stregone dagli occhi ambrati che lo usava per rinchiudere le anime delle sue prede in modo a potersi nutrire ciclicamente di esse e mantenersi così eternamente giovane. Un giorno però lo stregone venne esiliato dal proprio regno dal popolo ormai stanco della sua perfidia e l'arazzo passò di mano in mano, privo del suo potere in attesa che del ritorno del suo padrone che lo avrebbe nuovamente animato con anime fresche. Nadine  era affascinata dalla storia di quell'oggetto così antico, imprigionato in un museo come una bestia selvaggia in attesa di una preda ignara.
Lo stava fissando incantata quando un uomo si mise a osservarlo accanto a lei. - É meraviglioso vero?
Lei lo guardò. Era un bel tipo sulla quarantina con un fisico asciutto e uno sguardo acuto e penetrante. Molto, molto affascinante. - É davvero bellissimo. Sembra quasi animato.
L'uomo accennò un sorriso. - Beh, se crede alla sua storia é probabile che qualche anima sia ancora imprigionata al suo interno.
Lei scoppiò a ridere a quelle parole, ma si accorse che lui aveva fatto sparire anche quel flebile sorriso che aveva in volto. La guardò con i suoi occhi penetranti che per un attimo brillarono di un colore ambrato. Nadine si sentì come paralizzata. All'improvviso ebbe un capogiro. La mente si annebbiò e vide il pavimento venirle incontro. Poi ci fu il buio, un buio che sembrò infinito.
Quando rinvenne vide una marea di persone ammassate di fronte a lei, intente a fissare qualcosa sul pavimento. All'improvviso dei medici fecero allontanare la gente. Fu allora che vide il suo corpo riverso a terra e il ghignò sul volto dell'uomo che l'aveva avvicinata.
Fu allora che capì. Urlò, provò a gridare con tutto il fiato che aveva in gola, ma dall'arazzo maledetto nessuno avrebbe mai più potuto udire la voce della sua anima.


Pubblicato da Unknown alle 12:54  

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