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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

La bambina e lo scheletro

giovedì 20 dicembre 2012

Buonsalve! Questo racconto é nato ieri pomeriggio, ripensando a un vecchio gioco chiamato "Medievil". Lo conoscete?

La bambina e lo scheletro 
(racconto n.101)

La piccola Marta e Jim erano amici da tre anni e passavano la maggior parte del loro tempo insieme. Il fatto che Jim fosse uno scheletro morto da circa duecento anni non aveva importanza. Si volevano bene e si erano sempre sostenuti a vicenda fin dal loro primo incontro avvenuto in un cupo giorno di fine novembre.
Marta stava tornando a casa da scuola. Era sola e molto triste. Veniva sempre presa in giro dai compagni, non aveva amici e spesso i bulli arrivavano a seguirla lungo la via del ritorno per maltrattarla e malmenarla.
Quel giorno, per evitare i soliti teppisti, aveva preso la strada più lunga ed era finita col passare accanto all'antico cimitero ai margini del suo quartiere.
Tremante e infreddolita, si guardava attorno sperando di non incontrare nessuno, quando all'improvviso due ragazzi che frequentavano la sua stessa scuola emersero da alcuni cespugli.
- Ma guarda chi c'é! - sghignazzò uno di loro. - La quattr'occhi fifona! Dimmi mocciosa, hai ancora paura della tua ombra?
 Iniziarono a spintonarla, ridendo ogni volta che lei li supplicava di smetterla quando all'improvviso qualcosa li colpì in testa.
Si guardarono attorno finché non videro Jim. Stringeva nella mano ossuta il suo stesso braccio che brandiva come un lungo bastone.
I due sgranarono gli occhi e in un attimo se la diedero a gambe, correndo.  Appena se ne furono andati, lo scheletro si rintanò nell'ombra del cimitero. Marta lo seguì chiedendogli di aspettare.
Jim si bloccò, ma rimase per un alcuni secondi nascosto nell’ombra.
- Volevo solo ringraziarti. - disse la bambina.
Jim alzò timidamente la testa. - Non hai paura di me?
La piccola fece spallucce. - Mi hai aiutata. Perché dovrei averne?
- Perché sono uno scheletro. - continuò lui.
- Ma sei uno scheletro buono.
Quelle parole sorpresero davvero molto Jim che si fece avanti. - Io... Io sono Jim.
- Marta. - si presentò lei. - Grazie per avermi aiutata.
Da allora i due si videro tutti i giorni, aiutandosi a vicenda e sostenendosi come veri amici.


Pubblicato da Unknown alle 12:04  

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