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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Gitana

giovedì 13 dicembre 2012

Buonsalve! Questo racconto é stato ispirato da una pagina di giornale letta di sfuggita in metro (la stava leggendo una signora di fronte a me). Lo dedico a tutti quegli amici che, anche se vivo lontana dalla mia famiglia, mi fanno sempre e comunque sentire a casa.

 Gitana
(racconto n.104)

Tiana non aveva idea di che cose volesse dire avere una casa. Era nata nomade, come i suoi genitori, e aveva passato tutta la sua infanzia nella roulotte con la quale viveva assieme ai propri cari. Non passavano mai più di un anno nello stesso posto. Si spostavano spesso e lei, fin da quando aveva memoria, si era sempre chiesta come ci si sentissi a vivere per sempre nello stesso posto,con una casa fata di mattoni e degli amici che non doveva lasciare ogni anno.
Adesso però, a diciassette anni, cominciava a odiare quel suo modo di vivere. Aveva sempre cambiato città, senza mai affezionarsi più di troppo a qualcuno, ma questa volta le cose erano diverse. Nella sua ultima scuola aveva trovato due amiche, due vere amiche. Si erano avvicinate loro a lei, sebbene nessuno avesse provato a fare la sua conoscenza per  il solo fatto che era una nomade, e l'avevano trattata subito come se fosse una di loro. In loro compagnia si era sentita davvero a casa per la prima volta.
Quando i suoi le avevano detto che presto sarebbe arrivato il momento di partire aveva fatto di tutto per opporsi, ma loro erano stati irremovibili, Finché fosse stata minorenne avrebbe fatto quello che loro le avrebbero detto.
Gli ultimi giorni a scuola furono terribili. Aveva fatto di tutto per allontanarsi dalle sue amiche, ma loro non avevano voluto darle tregua. Avevano continuato a starle vicino, capendo che qualcosa non andava, senza insistere per farla parlare.
Solo l'ultimo giorno trovò il coraggio di dire loro della sua partenza imminente. All'inizio sembrava che loro se la fossero presa, ma quando arrivò la mattina della partenza trovò entrambe ad aspettarla con una busta piena di regali e un biglietto con scritto solo: un anno e libera. Ti aspettiamo.
Tiana sorrise pensando che infondo era vero. Tra un anno sarebbe stata maggiorenne e avrebbe finito la scuola. Finalmente sarebbe stata libera dai suoi genitori e sarebbe tornata nella sua prima, vera casa. 



Pubblicato da Unknown alle 13:11  

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