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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

L'inferno di Vincent

martedì 5 febbraio 2013

Buonsalve! Un racconto su come potrebbe essere un tipo di inferno anche se sono convinta che in questo mondo al momento ce ne siano di ben peggiori.


L'inferno di Vincent
(racconto n.158)

Erano giorni che Vincent vagava, trascinandosi in una terra morta e violenta.
Non ricordava più da quanto tempo si era messo in viaggio. A spingerlo era solo un violento istinto di sopravvivenza. Lui non era uno che rinunciava, che accettava di morire senza far niente. Era abituato a combattere. Non si era mai arreso, il suo mestiere di avvocato non gli aveva mai permesso di farlo.
Era sempre stato spietato e questo gli aveva permesso di sopravvivere anche... A cosa? Cos'era successo?
Non ricordava. Le uniche cose di cui era certo erano quelle che lo circondavano. C'erano ombre nascoste tra le rovine della sua città, ombre che, rapide come il vento, emergevano e lo ghermivano, lasciandogli profondi graffi su tutto il corpo. Quando i graffi si rimarginavano, miracolosamente dopo poche ore, ecco che le ombre tornavano a ferirlo e straziandolo, strappandogli la carne assieme ad atroci grida di dolore.
Col passare del tempo aveva iniziato a provare un cieco terrore per quelle creature diventando instabile e paranoico.
Scattava a ogni rumore e diffidava anche del più piccolo movimento. Nonostante la paura però    c'era una cosa che desiderava con tutto se stesso: incontrare un'altra persona.
Ormai si era quasi dimenticato come si parlava, come s'interagiva con qualcuno e desiderava davvero tanto poter tornare a comunicare con un altro essere umano. Non riusciva a capire perché non avesse ancora incontrato nessuno. Possibile che fosse l'ultimo uomo rimasto in vita sulla terra? Possibile che fosse finito all'interno di un fottutissimo romanzo di Matheson?
Si scosse, mettendo da parte le paure e riprendendo a camminare.  Senza quasi accorgersene, raggiunse l'ingresso di un imponente cimitero monumentale. All'interno, tra le tombe divelte, centinaia di cadaveri marcivano grondanti sangue ancora fresco. Nella carne decomposta banchettavano migliaia di mosche e vermi bianchicci.
Poi i cadaveri si mossero. Emettendo un cupo lamento, tutti volsero la testa verso di lui. Vincent avrebbe voluto fuggire il più lontano possibile, ma qualcosa glielo impediva. Il suo corpo cominciò a muoversi in maniera autonoma, trascinandolo verso il cuore del cimitero. Lì il suo cadavere sventrato lo fissò con orbite vuote.
Vincent urlò terrorizzato mentre la sua mente e la sua anima si perdevano nell'inferno che era stato creato per lui.


Pubblicato da Unknown alle 16:34  

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