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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il falso angelo

mercoledì 27 febbraio 2013

Buonsalve! Il racconto di oggi è nato pensando alla pazzia a come si può manifestare e  a come arriva a creare illusioni nella mente di una persona… sempre che di illusioni si tratti… Insomma l’angelo di Laura è vero o è solo il frutto della sua fragile mente? A voi la scelta.

Il falso angelo
(racconto n.180)

La vita a volte sa essere una vera merda. Laura aveva avuto molte occasioni per rendersi conto di quanto le cose possono essere difficili e imprevedibili, quanto non sempre le cose vanno nel modo in cui tutti definiscono “normale”. Fin da bambina aveva dovuto affrontare una madre violenta che le rinfacciava di essere la causa dell'abbandono dell'uomo che amava, che la picchiava e la umiliava lasciandola spesso senza cibo né cure. Nonostante le botte e la paura, Laura non si era mai sentita colpevole. Non era colpa sua altrimenti il suo angelo non sarebbe rimasto con lei. Aliel, così si chiamava, era il suo più caro amico da quando aveva sei anni.
Ogni notte lui la rassicurava e l'incoraggiava dicendole che presto sarebbero potuti volare via insieme, abbandonando quella casa e quella vita.
Gli anni passarono, ma Aliel continuò a restarle accanto sebbene non l'aiutasse in alcun modo se non con la sua presenza rassicurante. Il giorno del suo diciassettesimo compleanno però, lui la svegliò nel cuore della notte. - É il momento. - le disse.
Laura si alzò e si trascinò fino alla cucina. Lì, lui le mise in mano un coltello e la guidò fino alla stanza della madre.
L'angelo le prese la mano e le trasmise la propria forza. Laura colpì e colpì, affondando la lama più e più volte guidata da Aliel che rideva soddisfatto alle sue spalle.
In un attimo si ritrovò zuppa di sangue a fissare il cadavere straziato della donna che le aveva rovinato la vita.
- Ora dobbiamo andare. - disse l'angelo accarezzandole i capelli. - Finalmente possiamo volare insieme.
La condusse così fino alla terrazza continuando a ripeterle parole rassicuranti. In quel momento Lara si sentì serena come non lo era mai stata. Era libera. Finalmente era libera.
Arrivò al cornicione della terrazza e guardò verso il basso.
Per un attimo un capogiro la fece esitare. - Io...
- Andiamo piccola mia. - le sussurrò lui all'orecchio. - É il momento di volare.
E così, Laura volò. Si voltò verso l'angelo e spalancò le braccia per poi lasciarsi andare con un sorriso.  L'ultima cosa che vide fu l'immagine di Aliel svanire con un ghigno poi si schiantò al suolo, riversa in una morte di sangue e asfalto.


Pubblicato da Unknown alle 11:49  

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