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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Il rimpianto di Amanda

martedì 19 febbraio 2013

Buonsalve amici! Questo racconto è nato pensando a quanti rimpianti ci portiamo dentro, a quante cose vorremmo poter fare senza renderci conto che in fondo non è cosa facciamo che importa davvero, ma con chi.

Il rimpianto di Amanda
(racconto n.172)

Amanda aveva tanti desideri, ma non aveva mai avuto la possibilità di realizzarli. Le difficoltà economiche non le avevano mai permesso di fare anche quelle piccole cose che per una ragazza di vent'anni erano normali, cose come fare shopping con le amiche o uscire la sera per andare a un pub o a un cinema.
Era morta a ventotto anni senza potersi godere la vita di una ragazza della sua età. Fu per quello che il suo fantasma non abbandonò questo mondo, ma rimase a vagare per le strade del centro. Le capitava spesso di piangere mentre vagava invisibile per le vie affollate, invisibile e sola come era stata in vita.
- Che ti succede? - le chiese all'improvviso una voce.
Amanda alzò la testa di scatto, sbalordita. Davanti a lei, un ragazzo di circa trent'anni la guardava preoccupato.
- Tu puoi vedermi?
Lui le sorrise e fece un cenno di assenso col capo. Amanda era sbalordita. Non solo la vedeva, ma sapeva anche che cos’era.
- Mi chiamo Davide. Come posso aiutarti? - le domandò il ragazzo.
Il fantasma della ragazza sorrise di rimando. Andò con il giovane fino al parco cittadino e si sedette con lui su una panchina.
Subito dopo si aprì con lui come non le era mai capitato di fare. Forse era per il fatto che nessuno poteva vederla e non parlava con qualcuno da mesi o forse era perché semplicemente sentiva di potersi fidare. Dopo che si fu sfogata, Davide si alzò.
- Non hai avuto una vita facile e sei morta troppo giovane. Non sei riuscita a vivere come avresti voluto. - le disse per poi farle cenno di seguirlo. - Che ne diresti di rimediare adesso che hai ancora un'occasione?
Amanda si chiese come potesse aiutarla, ma lui si fece così insistente che alla fine si lasciò andare. Lo seguì e lui gli regalò una giornata indimenticabile. Passarono ore a girare per la città, scoprendone gli angoli più nascosti e affascinanti, andarono al Luna Park e conclusero la serata con un film al cinema.
Il fantasma si rese conto che non erano quelle attività in sé a farla sentire serena, ma il fatto che le stesse facendo con Davide con cui si era sentita bene come con nessuno prima. A fine serata, Amanda però capì che era il momento di salutare il ragazzo.
- Ti sono grata per quello che hai fatto per me. - gli disse. - Soprattutto per aver fatto più volte la parte di quello che parla da solo. - aggiunse ridendo.
Lui rise a sua volta. - É stato un piacere.
Mentre veniva avvolta da una calda luce, Amanda si chinò su di lui e gli sfiorò le labbra con un bacio. - Grazie.
Svanì un attimo dopo, finalmente serena e pronta per passare oltre. 


Pubblicato da Unknown alle 12:14  

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