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365 racconti per 365 giorni

Una sfida con me stessa, un racconto da scrivere ogni giorno per divertire e divertirmi.

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365 Stories from my Head

Storia di un pinguino (non)morto

mercoledì 9 gennaio 2013

Ok oggi doppio post perché ho scoperto che il racconto di ieri non è stato pubblicato… o sì? Boh… Comunque ecco il VERO racconto di oggi ispirato a quello di ieri XD

Storia di un pinguino (non)morto
(racconto n. 131)

Pick abitava lì, fermo davanti a un grosso iceberg. Teneva lo sguardo fisso davanti a sé, incurante del clima capriccioso, del freddo e delle tempeste di neve che ogni tanto si abbattevano su quella zona del polo.
Se ne stava sempre da solo e immobile con i cristalli di ghiaccio che scendevano dal becco adunco. Nessuno sapeva come fossi finito lì quel pinguino, lontano dai territori di solito frequentati dai suoi simili. Forse si era perso o forse aveva semplicemente deciso di andarsene e di mettersi a fissare il vuoto per un motivo che solo lui conosceva.
L’unica  cosa certa era che, di punto in bianco, aveva cominciato a camminare percorrendo chilometri finché non aveva visto un iceberg che gli sembrava adatto e si era immobilizzato.
Un giorno un gruppo di pinguini, forse smarrito per via di una recente bufera, passò davanti al grosso iceberg.
Quando videro Pick, il gruppo si avvicinò guardingo chiedendosi cosa ci facesse lì da solo quello strano tipo.
Lui ovviamente non batté ciglio. Non distolse nemmeno lo sguardo dal punto misterioso che stava guardando. Il pinguino più grande del gruppo si fece avanti pensando che forse avrebbero potuto accogliere quel povero sfortunato tra loro. In quel momento una tempesta si scatenò nascondendo i due alla vista.
Appena il grosso pinguino fu a portata di becco qualcosa scattò in Pick.  In un attimo si fece avanti e affondò il becco nel cranio del suo simile.
Fu un colpo preciso che gli spaccò il cranio di netto. Quando questi crollò a terra, Pick iniziò a scavare divorandogli il cervello con estrema soddisfazione. Gli altri pinguini non videro la sorte della loro guida.
Uno ad uno si avvicinarono nel punto in cui questi si era diretto. Fecero tutti la stessa fine del loro compagno. Quando ebbe finito di divorare l'ultimo cervello, Pick emise un verso simile a un sonoro rutto e si rimise sotto il suo iceberg.
I suoi occhi tornarono a perdersi nel vuoto. Infondo cos'altro poteva fare un povero pinguino zombie?


Pubblicato da Unknown alle 16:13  

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